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Russia. L'oppositore Navalny condannato a 2 anni e mezzo di detenzione

Marta Ottaviani martedì 2 febbraio 2021

Il cuore di Navalny per la moglie prima di essere portato in carcere

Le prime e le ultime parole di Alexeij Navalny ieri al Palazzo di Giustizia Centrale di Mosca sono state per sua moglie Yulia. «Cattiva ragazza sono fiero di te», ha urlato il politico di opposizione quando è arrivato in aula e ha preso posto dietro i vetri della “gabbia” destinata agli imputati. «Non ti preoccupare, andrà tutto bene», le ha detto, da lontano, quando lo hanno portato via. La scorsa notte l’ha passata nella prigione di Matrosskaya Tishina, a Mosca. Nei prossimi giorni verrà trasferito nella colonia penale dove trascorrerà due anni e mezzo, chissà in quale sperduta parte del Paese. Dalla condanna sono stati sottratti gli 11 mesi trascorsi ai domiciliari.

Navalny e la moglie in tribunale a Mosca - Ansa

Non sono mancati i colpi di scena. Il capo del tribunale locale di Mosca che ha analizzato il caso, si è dimesso lo scorso 28 gennaio, mentre la giudice, che avrebbe dovuto presiedere l’udienza di ieri, è stata sostituita all’ultimo momento. Russia Today, poi, uno dei canali più fedeli al Cremlino, ha diffuso su Internet la condanna a due anni e mezzo di reclusione prima fosse letta in aula. Tutti indizi che portano a pensare a una sentenza ampiamente già scritta. Di certo la maratona in tribunale è servita a Navalny soprattutto per lanciare un affondo al presidente russo, Vladimir Putin.

«Il mio domicilio? In prigione», ha risposto l’oppositore ai magistrati che lo interrogavano, mostrando il consueto sarcasmo e chiedendo di ordinare hamburger quando la corte ha annunciato una pausa di due ore. Poi, però, il tono si è fatto più serio. «Arrestano me per spaventare milioni di russi – ha detto –, se la prendono con me perché accendo l’odio e la paura di un uomo nel bunker che passerà alla storia come l’avvelenatore».

Il riferimento è Putin è fin troppo chiaro. E sull’attacco dello scorso agosto: «Ho dimostrato che è stato lui a cercare di uccidermi e questo lo ha fatto impazzire». Di fronte a lui, oltre alla moglie, c’erano i rappresentanti di 13 Paesi Una presenza bollata come una «ingerenza nei fatti interni della Russia» da Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri.

La forza di polizia a Mosca: si temono disordini dopo la sentenza che ha condannato Navalny - Ansa

Le diplomazie americane ed europee hanno chiesto all’unisono il «rilascio immediato e incondizionato» del dissidente. «Coordineremo una risposta con gli alleati», ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken.

Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha fatto sapere che Putin non ha seguito il processo perché aveva «altri impegni». Ma i corridoi del potere devono essere molto preoccupati. E ieri sono state arrestate altre 350 persone vicino al tribunale, mentre il centro di Mosca e San Pietroburgo è stato transennato e presidiato da migliaia di poliziotti in tenuta antisommossa.

«Non ci fermeremo» ha assicurato il team di Navalny, che già ieri sera ha dato appuntamento a tutti in Piazza del Maneggio, dietro al Cremlino. Domani e dopodomani, il capo della diplomazia Ue, Joseph Borrell, sarà a Mosca, dove cercherà di incontrare Navalny. Doveva essere una visita di protocollo, arriva nel bel mezzo di una crisi diplomatica.