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BRASILE. Rio, tank nella favela roccaforte dei narcos

lunedì 14 novembre 2011
Erano da poco trascorse le sette del mattino, in Brasile (le 10 in Italia), quando il capo di stato maggiore della polizia militare di Rio de Janeiro, Alberto Pinheiro Neto, ha annunciato che la favela Rocinha era ufficialmente passata sotto il controllo del potere pubblico. In appena tre ore (il blitz delle forze dell'ordine era cominciato all'alba), la baraccopoli più grande dell'America Latina, dominata per decenni dal traffico di droga, è stata liberata dall'azione dei criminali e riconsegnata ai suoi abitanti (oltre centomila secondo l'ultimo censimento), ponendo fine a una lunghissima routine di violenza e terrore. La massiccia operazione militare - sono stati impiegati tremila uomini, tra poliziotti e soldati, oltre a 18 mezzi blindati della marina e a sette elicotteri da combattimento - era stata annunciata con largo anticipo, per consentire ai banditi di arrendersi senza opporre resistenza e agli altri residenti di chiudersi in casa per ragioni di sicurezza.
L'ingresso degli agenti, oltre che rapido, è stato relativamente facile, senza neanche una sparatoria. Un risultato al quale ha senz'altro contribuito il previo arresto, nei giorni scorsi, del boss del narcotraffico della Rocinha, Antonio Bonfim Lopes, detto Nem, diventato con appena 35 anni il bandito più ricercato del Brasile. La sua cattura, insieme a quella di alcuni dei suoi principali collaboratori, ha minato il morale e impedito la reazione degli altri trafficanti, che ora tentano di nascondersi dentro la bidonville, considerata l'ultima e più importante roccaforte del crimine organizzato carioca. Gli agenti stanno già setacciando casa per casa alla ricerca dei fuggitivi. Per cercare di complicare l'ingresso dei tank, i narcos hanno costruito barriere improvvisate in cemento armato lungo le strade di accesso alla favela e rovesciato grandi quantità di olio sull'asfalto.
Uno sforzo inutile, che non ha impedito l'avanzo sistematico delle forze speciali. La città di Rio de Janeiro si è dunque svegliata ricevendo la notizia che tutti aspettavano ma alla quale pochi credevano: il 'supermercato' del traffico di droga e del contrabbando di armi è stato chiuso per sempre, un'altra giornata storica per la popolazione carioca. Nella 'Rocinha' - liberata insieme alle confinanti Vidigal e Chacara do Ceu - sarà ora installata la 19/a Unità di polizia pacificatrice, nome dato alle speciali caserme costruite in pianta stabile nei 'morros' (le colline dove sorgono le baraccopoli) per sancire il ritorno totale e permanente della legalità.
L'occupazione della 'Rocinha' è passata quasi inosservata, grazie soprattutto al minuzioso lavoro dell'intelligence, che ha preparato il terreno minimizzando i danni. Ma il significato della conquista è forse anche maggiore: i carioca percepiscono che è finita un'epoca oscura e che forse si sta aprendo una nuova era, non solo di prosperità economica ma, soprattutto, di pace