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Il vertice sul Kazakistan. Putin: «Non permetteremo rivoluzioni colorate»

Redazione Esteri lunedì 10 gennaio 2022

Putin al vertice della Ctso in videoconferenza

Mentre a Gineva iniziavano i delicati colloqui sull'Ucraina, il presidente russo, Vladimir Putin, ha assicurato che le forze a guida russa inviate per i disordini in Kazakistan resteranno nel Paese solo per un periodo «limitato». «Un contingente di forze di pace della Csto è stato inviato in Kazakistan, e voglio sottolinearlo, per un periodo di tempo limitato», ha detto Putin durante una riunione dei leader dei Paesi ex-sovietici aderenti alla Csto (l’alleanza militare delle «Repubbliche dell’ex Urss che si contrappone alla Nato), durante la quale ha aggiunto che il Kazakistan è stato preso di mira dal «terrorismo internazionale» e ha promesso che la Russia «non permetterà rivoluzioni nella regione.

E ha aggiunto: sono stati usati «metodi in stile Maidan», la piazza simbolo delle proteste contro il governo in Ucraina del 2014, durante i recenti disordini in Kazakistan. La Russia, ha sottolineato Putin alludendo ancora alla «rivoluzione arancione», non permetterà che si realizzino scenari di «rivoluzioni colorate» alle sue porte. Secondo il presidente, citato dall'agenzia di stampa Sputnik, in Kazakistan è stato portato un vero attacco allo Stato e ha aggiunto che quelle iniziate come proteste pacifiche contro l'aumento dei prezzi del gas si sono rapidamente trasformate «in violenti disordini e atti di terrorismo» che «non sono né il primo né l'ultimo tentativo di intromettersi nella regione dall'estero».

Posto di blocco ad Astana - Ansa

Il presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev ha definito dal canto suo le proteste e i disordini nel Paese come un «tentato colpo di Stato» e ha dichiarato che le forze di sicurezza «non sparerebbero mai» su manifestanti pacifici. «Militanti armati che aspettavano dietro le quinte si sono uniti alle proteste. L'obiettivo principale era ovvio: insidiare l'ordine costituzionale, la distruzione delle istituzioni governative e la presa del potere. È stato un tentato colpo di Stato», ha detto Tokayev aggiungendo che la missione militare guidata da Mosca in Kazakhstan dovrebbe finire «presto».

Militari schierati nella capitale - Ansa

Intanto, è salito ad almeno 164 il bilancio delle persone morte nei disordini che hanno scosso il Kazakistan la scorsa settimana, 103 delle quali solo ad Almaty. Lo riportano diversi media citando il ministero della Salute. Si tratta di un bilancio che non può essere verificato in modo indipendente. Le autorità avevano finora denunciato la morte di 26 manifestanti e 16 membri delle forze di sicurezza e più di 2.000 persone ferite.

Il grazie del vescovo per l'appello del Papa all'Angelus

«Ringraziamo il Papa per aver pregato per il popolo kazako in un momento così delicato. Anche noi ci uniamo a questa preghiera: questa mattina, il vescovo ausiliario Evgenij Zinkowski, suor Alma Dzamova ed io abbiamo celebrato una Messa in memoria delle vittime dei giorni scorsi. Per il 10 gennaio, infatti, è stata istituita una giornata di lutto nazionale». Lo ha detto all'agenzia Fides monsignor Adelio Dell'Oro, vescovo della diocesi di Karaganda, riferendo delle preoccupanti notizie provenienti dal Kazakistan. Gli eventi hanno colpito e addolorato papa Francesco che ieri, domenica 9 gennaio, dopo aver recitato la preghiera dell'Angelus, ha detto: «Ho appreso con dolore che vi sono state vittime durante le proteste scoppiate nei giorni scorsi in Kazakhstan. Prego per loro e per i familiari, e auspico che si ritrovi al più presto l'armonia sociale attraverso la ricerca del dialogo, della giustizia e del bene comune. Affido il popolo kazako alla protezione della Madonna, Regina della Pace di Oziornoje».
Il governo ha imposto lo stato di emergenza, il cui termine è fissato per il 19 gennaio: fino a quella data non è possibile organizzare riunioni e incontri che determinino assembramenti di persone. È attualmente inibita, quindi, anche la possibilità di partecipare alle celebrazioni eucaristiche. Racconta monsignor Dell'Oro: «A Karaganda la situazione non è mai stata critica come ad Almaty: qui ci sono state proteste pacifiche che si sono disperse subito. Ma abbiamo riscontrato molti disagi legati all'assenza del collegamento Internet, che rende impossibili i pagamenti con bancomat, quindi in molti non hanno potuto fare la spesa nei giorni scorsi. Ora, lentamente e per poche ore al giorno, la connessione sta tornando e speriamo possa tornare presto anche la normalità».
In Kazakhstan si contano 4 diocesi cattoliche, per un totale di 70 parrocchie. I sacerdoti presenti nella nazione sono 91, tra i quali 61 diocesani e 30 religiosi. I cattolici rappresentano una piccola minoranza: secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero degli Esteri kazako, degli oltre 17 milioni di abitanti del Paese, circa il 26% è costituito da cristiani, e l'1% di questi è di fede cattolica.