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Proteste. . Primo maggio da paura in Francia

DANIELE ZAPPALÀ sabato 30 aprile 2016
PARIGI Proteste sindacali e violenze fuori da ogni regola si sono di nuovo affiancate nelle ultime ore a Parigi e nel resto della Francia, dove un doppio acceso dibattito è ormai lanciato in vista delle celebrazioni per la Festa del lavoro. Da una parte, c’è chi critica l’applicazione dello stato d’emergenza, recentemente prolungato fino a luglio, ma che di fatto consente alle autorità di autorizzare certi cortei, come gli ennesimi di giovedì contro la bozza di legge El Khomri (concepita dal governo per rendere flessibili assunzioni e licenziamenti). Se le ultime proteste sindacali sono divenute l’occasione di sfoghi violenti con un pesante bilancio ufficializzato ieri (78 agenti feriti, 214 fermi), chi potrà impedire derive ancora più spinte, anche di stampo terroristico? In proposito, il premier socialista Manuel Valls ha attaccato i sindacati, accusati di non aver garantito le condizioni per cortei pacifici. Al contempo, una parte dell’opposizione di centrodestra chiede lo smantellamento del movimento di piazza Nuit Debout (Notte in piedi), gli indignados alla francese contro «tutte le oligarchie», abituati da settimane a bivaccare al centro di Place de la République. Prima dell’alba di ieri, al movimento si sono nuovamente uniti gruppuscoli di estremisti “anti-sistema” che non hanno accettato di sgomberare la piazza dopo mezzanotte, come chiedeva la polizia. Fra vandalismo e decine di fermi, il centro di Parigi ha vissuto una notte d’alta tensione. Manca un anno alla fine della legislatura e certi esperti sottolineano il coincidere del clima tumultuoso con una «volontà di cambiamento» più generale che contagia i francesi, mostrata pure dai record assoluti d’impopolarità del presidente socialista François Hollande. In un’intervista al quotidiano cattolico La Croix, il politologo Julien Talpin ha sostenuto che Nuit Debout sta per vivere «ore decisive», dato che la Festa del lavoro rivelerà probabilmente se esistono margini di convergenza fra “indignati” e fronte sindacale. Da parte sua, Frédéric Salat-Baroux, già braccio destro all’Eliseo dell’ex presidente neogollista Jacques Chirac, ha sostenuto a sorpresa che certe rivendicazioni degli 'indignati' sono legittime, ma sottolineando pure quanto il movimento resti intrappolato in un paradosso: denunciare la precarietà con le stesse risorse digitali controllate dai nuovi potentati economici globali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli scontri a Parigi (Reuters)