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L'ESPERTO. Pregliasco: scoperta in tempi utili. Ma non si deve creare allarmismo

Franco Rossi domenica 26 aprile 2009
Fabrizio Pregliasco è ricercatore al Dipartimento di Sanità Pubblica di Microbiologia e Virologia del­l’Università degli Studi di Milano. Dottor Pregliasco che cosa sta succe­dendo? Si tratta di un’epidemia preoccupante, ma che i colleghi americani del Cdc so­no stati bravi a individuare come casi di influenza pesante determinati da un virus proprio dei suini, che comunque già conoscevamo. Perché già nel pas­sato, nel ’ 76, si era temuta una pande­mia da questo tipo di virus che aveva già “splafonato”, diciamo così, negli u­mani. L’allarme è però in queste fasi ha un li­vello alto... La situazione attuale è sotto controllo, anche se necessita di uno studio ap­profondito. Una situazione che da una parte crea preoccupazione per un pos­sibile sviluppo di virus con capacità pandemiche – un po’ come quello di o­rigine aviaria di cui si è tanto parlato – ma che presenta anche un aspetto po­sitivo: la capacità di individuare nella gran massa di influenze che si susse­guono nell’arco dell’anno in tutto il mondo potenzialità di rischio maggio­re determinati da questo virus. Co­munque niente allarmismi. Ora si trat­ta di attendere l’evolversi della situa­zione per dare un’informazione corret­ta e valutare con il tempo i possibili ef­fetti sulla salute umana a livello inter­nazionale. E le possibili cure? Come per l’aviaria abbiamo gli antivi­rali che rappresentano un possibile ap­proccio di trattamento. Attualmente in Europa non c’è stata alcuna segnala­zione, ma tutti sono stati allertati, così come la rete italiana di sorveglianza e i laboratori di riferimento. E questo gra­zie anche a quell’organizzazione che si è creata in conseguenza alle emergen­ze più recenti della Sars e dell’aviaria. Si dice che nel ceppo di questa in­fluenza si sarebbero mischiati virus u­mano e virus animale, come di suini e volatili... Sì, purtroppo il virus dell’influenza ha questa capacità di modificarsi, di me­scolarsi in “ospiti”, un po’ come se fos­se un frullatore che prende pezzi di vi­rus umano, animale e di varie specie e prova a fare variazioni sul tema che poi purtroppo diffonde e, a seconda delle capacità di queste varianti, può provo­care pandemie che ci sono state nel passato e non dobbiamo escludere nel futuro. Allarmi, falsi allarmi, situazioni di rischio, speriamo che non ci sia una diffusione cosiddetta pandemica di questo virus influenzale.