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Il voto a Lisbona. Il Portogallo dice «no» al suicidio assistito e all'eutanasia

Silvia Guzzetti martedì 29 maggio 2018

Il Parlamento di Lisbona ha bocciato l'introduzione dell'eutanasia e del suicidio assistito

Vittoria della vita in Portogallo dove il Parlamento ha detto no ai quattro progetti per la legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito proposti dai partiti della sinistra (che appoggiano il governo), anche se con un margine ridotto. Con 116 voti contro, 102 a favore e 11 astenuti è stata bocciata la proposta del partito ambientalista “Pan”; con 117 contro e 104 a favore e 8 astenuti il progetto “Be” della sinistra radicale; mentre la normativa dei verdi del “Pev” e quella del partito socialista “Ps” hanno raccolto rispettivamente 117 voti contro, 101 a favore e 8 astenuti; 115 voti contro, 110 a favore e 4 astenuti.

Non sarà più necessario, quindi, l’intervento del presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa, del Partito socialdemocratico, che, alla vigilia, aveva annunciato, in caso di voto favorevole del Parlamento, il suo veto per fermare le quattro iniziative. Proprio i voti di questa formazione di ispirazione cristiana – che aveva lasciato liberi i suoi parlamentari di scegliere secondo coscienza – sono stati determinanti per la vittoria del movimento per la vita. La decisione del Parlamento incontra l’appello lanciato dal Patriarca cattolico di Lisbona Manuel Clemente, che lunedi, dopo un’altra notte di veglie e manifestazioni pacifiche organizzate dalle comunità interreligiose, ha invitato i deputati «a tener conto del fatto che la società si è espressa insistentemente per il no alla legalizzazione dell’eutanasia».

Poche ore prima del dibattito, centinaia di persone contrarie all’approvazione della legge hanno manifestato davanti al Parlamento con striscioni sui quali era scritto: «Viva la vita, no alla morte». Alla vigilia del voto, la Conferenza episcopale portoghese ha distribuito 1,5 milioni di volantini spiegando la sua posizione contraria all’eutanasia, e che «la vita non può essere considerata un oggetto di uso personale».

«Il buon senso ha prevalso in Parlamento», ha dichiarato ad "Avvenire" Jorge Cruz, portavoce del “Christian Medical Fellowship”, una delle organizzazioni del movimento per la vita portoghese, «Questo voto segnala la volontà di continuare a proteggere le persone più vulnerabili e dice no al desiderio di dare allo stato licenza di uccidere i propri cittadini pur su loro richiesta».