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OCEANO INDIANO. Petroliera catturata dai pirati Stabilito contatto radio

venerdì 11 febbraio 2011
Un contatto radio è stato stabilito con il comandante della petroliera italiana "Savina Caylyn", sequestrata tre giorni fa dai pirati nell'Oceano Indiano. Il comandante Giuseppe Lavadera ha detto che l'equipaggio sta bene. Sulla vicenda viene mantenuto uno stretto riserbo e non si sa con chi il comandante della motonave abbia parlato. A bordo ci sono cinque italiani (un marittimo di Gaeta, uno di Trieste e tre campani, compreso lo stesso comandante) e 17 indiani. La motonave è stata attaccata a colpi di mitra e lanciarazzi da parte di cinque persone su un barchino che sono poi riuscite a salire a bordo e a prenderne il controllo, facendo rotta verso le coste della Somalia. Sulle sue tracce si è messa la fregata della Marina militare "Zeffiro", che dovrebbe essere a ridosso della petroliera e sta monitorando la situazione. Giovedì c'era stato il primo contatto tra la società armatrice - la Fratelli D'Amato di Napoli - e uno dei rapitori, che però non parlava inglese. Non risulta che ci siano state richieste di riscatto. Le famiglie dei marittimi italiani sono in costante contatto con l'Unità di Crisi della Farnesina. Il sequestro della "Savina Caylyn" ha riaperto in Italia il dibattito sulle misure di sicurezza anti-pirati per i mercantili. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa si è detto favorevole a mettere a bordo non militari, come vorrebbero gli armatori, ma guardie giurate. Un'idea accolta con favore dal Pdl, che ha già predisposto una proposta di legge che va in questa direzione e che è stata messa nel calendario della commissione Affari Costituzionali della Camera.Intanto, un'altra superpetroliera, la Irene SL battente bandiera greca, è stata sequestrata giovedì dai pirati al largo dell'Oman: a bordo sette greci, 17 filippini e un georgiano. Quando la nave è stata catturata era in rotta dal Kuwait verso gli Stati Uniti con un carico di oltre 270 mila tonnellate di greggio.