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L�arcivescovo di Mosul dei Caldei. �Abbiamo perso tutto meno il Bene pi� grande�

Amel Nona* martedì 23 dicembre 2014
Il Natale dei cristiani iracheni quest�anno � tutto particolare. Si celebra la nascita del Signore in una situazione difficile e drammatica perch� i fedeli del Nazareno della regione di Mosul per la prima volta nella storia sono fuori dalla loro terra. Non ci sono parole adeguate per dire la sofferenza che abita nei nostri cuori davanti a questa dolorosa situazione. Dover lasciare le chiese, le case, i monasteri e tutta la nostra storia non era neppure immaginabile, perch� noi siamo con la nostra terra una sola identit�. Come � possibile togliere le radici a un popolo? Che colpa ha una comunit� fedele alla sua fede e alla sua terra? Domande a cui si pu� dare una sola risposta: siamo seguaci del Nazareno. Lui per noi non � solo il Signore, � la nostra storia e la nostra identit� mischiata con il sangue dei nostri padri e santi, e assorbita nella terra nostra. Lui per noi � il nome con cui ci chiamano gli altri. � la nostra immagine fra altri popoli. Lui � nato senza una casa e una propriet�, ma aveva altri attorno a Lui. C�erano re (i Magi) e poveri (i pastori), ma c�erano anche gli angeli. I cristiani iracheni di Mosul e della Piana di Ninive non hanno pi� n� case n� chiese, ma aspettano la nascita di Ges� Bambino con la certezza che rimarranno sempre fedeli a Lui. Hanno perso tutto ma sono rimasti fedeli a Ges�, � cos� non hanno perso il bene pi� grande. Hanno scelto il Signore di tutto e di tutti. La nascita di Ges� non � una festa normale per noi, ma la nascita di una fase nuova in cui promettiamo al Nazareno di essere sempre e ovunque fedeli al suo modo di vivere, perch� siamo  convinti che � l�unica strada che realizza la perfezione della vita umana. Siamo stati cacciati dalla nostra terra perdendo le case e le chiese, ma non abbiamo lasciato la via del Nazareno, che ci d� pi� energia per resistere e rafforza la nostra convinzione che la vita merita di essere vissuta solo per amore suo. I cristiani iracheni aspettano anche quest�anno la venuta del Signore, e chiedono a Ges� Bambino il dono di poter tornare nella loro terra e viverci in pace con tutti. *Arcivescovo rifugiato di Mosul dei Caldei.