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Papua Nuova Guinea. Sette linciati pubblicamente perché «stregoni»: 96 condanne

Redazione Esteri giovedì 26 luglio 2018

La distruzione di alcuni simboli ritenuti "magici" in un voillaggio della provincia di Madang

Otto uomini sono stati condannati a morte e 88 all'ergastolo in Papua Nuova Guinea per la partecipazione alla brutale uccisione di sette persone, fra cui due bambini, che accusavano di praticare la stregoneria. Al linciaggio, avvenuto nel gennaio scorso, parteciparono decine di persone. Gli uomini sono stati giudicati colpevoli dell'uccisione a colpi di machete di cinque uomini e di due ragazzini di tre e cinque anni. Erano parte di una folla di circa 180 uomini che ha marciato fino

a un vicino villaggio nella provincia di Madang, in cerca di persone che accusavano di atti di stregoneria a loro danno.
Secondo il deputato locale Bryan Kramer la decisione del giudice della Corte Nazionale David Cannings, di imporre la pena di morte, è intesa a mandare un forte messaggio. "Il giudice Cannings è un autorevole difensore dei diritti umani, quindi può sorprendere che abbia comminato una tale sentenza", ha detto Kramer alla radio australiana Abc. "Ma data la brutalità di questo crimine, ritengo lo abbia fatto come avvertimento a chi commette dei crimini così odiosi".
Il governo di Papua Nuova Guinea ha reintrodotto la pena capitale nel 2014, principalmente in risposta allo scalpore suscitato da una serie di gravi episodi di violenza legati alla stregoneria, e di violenti attacchi alle donne. Vi sono credenze diffuse nella stregoneria nell'arcipelago del Pacifico, specie nelle regioni più remote, dove molti non accettano cause naturali per malattie, incidenti o morte.