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Pakistan. Condannata a morte per blasfemia: si era detta "profeta"

Redazione Internet martedì 28 settembre 2021

Preghiera islamica in una scuola pachistana

Un tribunale di Lahore, nel Pakistan orientale, ha condannato a morte una donna, preside di una scuola locale, riconosciuta colpevole di blasfemia per scritti ritenuti offensivi nei confronti del Profeta Maometto e per esseri dichiarata lei stessa una profeta. Lo riporta il quotidiano The Express Tribune citando la sentenza emessa dal giudice Mansoor Ahmad Qureshi. "È provato, oltre ogni ragionevole dubbio, che l'imputata Salma Tanveer ha scritto e distribuito opuscoli dispregiativi nei confronti del santo profeta Maometto", si legge nel verdetto emesso da un tribunale di Lahore, come riferisce il sito di Dawn. La donna era stata denunciata nel 2013 da un predicatore locale.

La donna "era insana di mente al momento dell'incidente" e gli opuscoli sotto accusa non furono scritti da lei, è la tesi difensiva dell'avvocato Mian Muhammad Ramzan. Ma, come spiega The Express Tribune, l'accusa ha ricordato che la donna, quando è stata arrestata, era preside di una scuola. Il legale della difesa non è quindi riuscito a dimostrare che il suo caso rientra nell'eccezione prevista dalla sezione 84 del Codice di procedura penale per i reati commessi da una persona incapace di intendere e di volere. La donna ha il diritto di ricorrere in appello presso l'Alta Corte di Lahore.