Mondo

Argentina. La scommessa vinta degli Hogar per recuperare i ragazzi dalla droga

Lucia Capuzzi sabato 27 febbraio 2021

Padre Pepe Di Paola

La nascita risale al Giovedì Santo del 2008 quando l'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio lavò i piedi a dodici ragazzi della villa 21-24, impegnati in un cammino di recupero dalla tossicodipendenza. Da quel gesto di misericordia "corpo a corpo" sono germogliati gli Hogares de Cristo, una rete di 190 centri diffusi nei quartieri poveri di 19 province argentina. In tredici anni, hanno aiutato oltre 20mila persone a riprendere in mano le proprie esistenze, prigioniere della droga e della marginalità. E il metodo di lavoro, integrato nella comunità, funziona come ha dimostrato una recente ricerca realizzata dall'Università Cattolica argentina (Uca) e guidata dall'esperta Elizabeth Mitchell. Gli ospiti non solo vengono recuperati dal punto di vista medico-sanitario ma si reintegrano nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro. Per questo, padre Pepe Di Paola, cura villero e presidente della Federazione degli Hogares - esortato le autorità a tenere in considerazione questo modello per strutturare politiche pubbliche rivolte soprattutto alla popolazione più fragile. Un appello urgente, soprattutto ora. I lockdown per arginare il contagio del Covid e il blocco di molte attività hanno provocato un aumento dell'acquisto di droga nelle zone marginali, prive di servizi. «La causa è il deficit di attenzione da parte dello Stato nei confronti di queste aree dove i giovani, senza niente da fare, si riunivano per strada, divenendo preda facile degli spacciatori».