Mondo

L'appello. L'Onu si schiera ancora a difesa dei luoghi religiosi

Stefano Vecchia giovedì 19 settembre 2019

“Potenti simboli della coscienza collettiva", i luoghi santi delle varie religiosi “dovrebbero essere luoghi di venerazione, non di guerra. L'intera società esce perdente quando persone vengono attaccate a causa della loro religione o della loro fede”. Così il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è appellato alla comunità mondiale durante il lancio del piano di azione dell’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite (Unaoc) a cui lo stesso Segretario aveva affidato l’incarico di mettere a punto un piano di azione successivamente agli attacchi alla sinagoga “Tree of Life” di Pittsburgh, negli Usa, il 27 ottobre; alle moschee di Christchurch in Nuova Zelanda il 15 marzo 2019 e alle tre chiese cristiane in Sri Lanka la successiva domenica di Pasqua.

Davanti a questi esempi di violenza motivata da odio razziale o religioso, ha sottolineato Guterres, occorre "riaffermare la santità" dei siti religiosi troppo spesso segnati da violenza indiscriminata mentre dovrebbero essere “luoghi sicuri di riflessione e di pace, non teatro di sangue e di terrore”.
Alla riunione per il lancio dell’iniziativa Onu sulla salvaguardia dei siti religiosi è intervenuta anche la Rappresentante permanente italiana alle Nazioni Unite, Mariangela Zappia, che ha ricordato come il nostro Paese sia sempre stata in prima linea negli sforzi a difesa della libertà di religione o di fede nel mondo, incentivando e riconoscendo il ruolo delle guide religiose nella promozione della pace e del dialogo. Un impegno che se deve essere globale, ancor più deve rivolgersi verso le aree di conflitto armato.