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SUDAN. Ong espulse dal Darfur: «Milioni di vite a rischio»

venerdì 6 marzo 2009
In Darfur oltre un milione di persone rischiano di restare senza cibo, circa 1,5 milioni senza cure e più di un milione senza acqua potabile a causa della decisione del governo sudanese di espellere una dozzina di organizzazioni non governative (ong) dalla regione, hanno affermato oggi a Ginevra le Nazioni Unite. La decisione delle autorità sudanesi potrebbe rivelarsi "disastrosa" e potrebbe "minacciare la vita di decine di migliaia di persone nei campi profughi ed altrove", ha detto Rupert Colville, portavoce dell'Ufficio Alto commissario dell'Onu per i diritti umani. "Privare deliberatamente e consapevolmente un così vasto gruppo di civili dei mezzi di sopravivenza è un atto deplorevole", ha aggiunto.Circa 13 Ong - tra cui Oxfam, Save the Children e Medici senza frontiera - hanno ricevuto l'ordine di lasciare il Sudan poco dopo la decisione della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere un mandato d'arresto contro il presidente sudanese Omar el Bashir, per crimini di guerra e contro l'umanità. Per l'Ufficio dell'Alto commissario, "l'assistenza umanitaria non ha niente a che vedere con le procedure della Cpi. Punire i civili per una decisione della Cpi è una grave mancanza al dovere del governo di proteggere i propri cittadini". L'Onu ha rivolto un appello al Sudan a riconsiderare tale decisione.Anche le organizzazioni umanitarie dell'Onu hanno espresso grave preoccupazione per l'impatto dell'espulsione delle ong dal Darfur, regione orientale del Sudan, teatro di un lungo conflitto, sul benessere dei circa 4,7 milioni di civili colpiti dal conflitto nel Darfur, tra cui 2,7 milioni di sfollati. Secondo l'Ufficio dell'Onu per la coordinazione degli affari umaniari (Ocha), in Darfur sono presenti circa 76 ong, ma quelle espulse forniscono oltre la metà degli aiuti. Le autorità sudanesi hanno inoltre cominciato a confiscare il materiale delle ong.