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Elezioni. In Olanda vince la destra estrema di Wilders. Ma sarà difficile fare alleanze

Maria Cristina Giongo, Eindhoven giovedì 23 novembre 2023

Geert Wilders, il leader del Partito per la libertà (Pvv)

Colpo di scena nei Paesi Bassi. Il partito della libertà (Pvv) di Geert Wilders è stato il più votato nelle elezioni legislative anticipate per il rinnovo della Tweede Kamer del Parlamento, la camera bassa (che conta 150 membri), ottenendo ben 37 seggi. Un successo più ampio di quanto “anticipato” dai sondaggi che hanno preceduto il voto. Un ribaltamento inatteso, con Wilders spesso considerato la “pecora nera” della politica olandese. Sia dai partiti di sinistra che del centro destra, primo fra tutti il Vvd, liberale conservatore, che ha governato per 13 anni, grande sconfitto, arrivato terzo con 25 seggi: 10 in meno rispetto alle elezioni del 2021. Il secondo partito, con 25 seggi, è risultato quello di coalizione fra il partito dei verdi e quello dei lavoratori (GroenLinks-Pvda), guidato da Frans Timmermans: ecologista, ex presidente della Commissione Ue e commissario per il clima. Al quarto posto il partito democratico cristiano conservatore popolare “Nuovo contratto” (Nsc), fondato lo scorso agosto, guidato dall’economista Pieter Omtzigt, con 20 seggi. Oltre al Vvd, anche il partito cristiano democratico Cda ha perso 10 seggi ed il D66, liberali progressisti di centro sinistra, che ne ha persi 15. Tutti e tre nella coalizione del governo dimissionario, insieme a Cu (cristiani uniti), pure in calo. In crescita il Partito dei contadini (BBB), di recente formazione, antiambientalisti, con 7 seggi, pure contro i migranti. L’affluenza alle urne è stata del 78,2%, 13 milioni di elettori, 500.000 i giovani che hanno votato per la prima volta.

Le congratulazioni di Salvini e Le Pen

Matteo Salvini e Marine Le Pen ha subito inviato un twitter di congratulazioni a Wilders. Mark Rutte è sparito dalla circolazione, non si è visto neanche la sera delle elezioni, forse per il peso di aver fatto cadere il governo, proprio sui migranti, lasciandolo nelle mani del suo nemico Wilders. La leader del suo partito, Dilan Yeşilgöz-Zegerius - ex rifugiata turca arrivata in Grecia nel 1980, all’età di 8 anni, su un barcone e dopo nei Paesi Bassi come richiedente asilo politico, eppure anche lei per la limitazione del flusso dei migranti - ha dichiarato “che questa sconfitta servirà loro per riprendersi e ricominciare da capo con più decisione”.

Il rebus coalizione
Wilders ha ottenuto più voti a Rotterdam, insieme ad Amsterdam la città più densa di immigrati, dove erano stati messi seggi elettorali anche nelle moschee e nella provincia del Nord Brabant. Dalle prime interviste dopo le elezioni è risultato che il 52% dei suoi elettori ha votato per la fermezza contro l’immigrazione, il 60% per riacquistare i valori persi, la maggior parte per le promesse sulla sanità da risanare, migliore assistenza per gli anziani, più case per i giovani; e un governo affidabile, come non lo era più quello precedente. Il problema adesso è la formazione di un nuovo governo, un nodo difficile da sciogliere, che probabilmente durerà mesi e mesi, aggravato dalla grande frammentazione del voto. Se il Vvd chinerà la testa ed accetterà di allearsi con Wilders ed il Nsr, si supereranno i 76 seggi necessari per formarlo. Altrimenti si dovrà puntare su una coalizione della sinistra con il centro destra. In questo caso Geert Wilders tornerebbe, nonostante le preferenze dei cittadini, “nell’ombra”, come ha detto. Ancora all’opposizione.

Chi è Geert Wilders
Dopo la vittoria, Geert Wilders ha tenuto il suo primo discorso: “Grazie agli elettori amici che hanno dimostrato di rivolere indietro il loro Paese, snaturato da questo tsunami di migranti, a cui dico basta! È stato un voto di stanchezza ma anche di speranza e fiducia nei miei confronti. Una grande responsabilità che mi assumo in pieno chiedendo la collaborazione di tutti i partiti che sino ad ora mi hanno lasciato nell’ombra, rifiutandosi di formare un governo di coalizione. Cerchiamo insieme una soluzione ottimale per il nostro popolo, che con questo voto ha espresso chiaramente il suo volere. Ringrazio quindi tutti, in particolare mia moglie Cristina, che ha accettato di vivere anni difficilissimi, sempre sotto scorta, cambiando continuamente casa per le continue minacce che ricevevamo. E la stessa scorta che mi ha permesso di rimanere in vita”. Diverso il discorso di Timmermans, furente perché il più grande partito dei Paesi Bassi è diventato quello che vuole chiudere le porte ai rifugiati politici e all’Europa.
L’ascesa di Wilders è cominciata nel 2006 quando ottenne 9 seggi. Nelle successive tornate elettorali del 2010 e del 2017, ne conquistò invece 24. Il leader anti-islam ha più volte raccontato che “vive come in un carcere”, che “non può uscire neanche per bere da solo un caffè con sua moglie”. In passato ha spiegato di non essere “contro la religione musulmana ed i musulmani ma contro il radicalismo islamico che avrebbe distrutto il suo Paese ed il mondo".