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IL DOLORE E LE POLEMICHE. Obama a Newtown: queste tragedie devono terminare

lunedì 17 dicembre 2012
«Non possiamo tollerare tutto questo. Queste tragedie devono cessare». Davanti alla comunità di Newton, straziata per il massacro di 20 bambini e sei adulti, il presidente americano Barack Obama ha dichiarato che il primo dovere di ogni società è proteggere i bambini. «Possiamo onestamente dire che come nazione abbiamo adempiuto a questo obbligo? La risposta è no. Non facciamo abbastanza», ha proseguito Obama.
Davanti a parecchie centinaia di abitanti in lacrime Barack Obama ha citato uno dopo l'altro i nomi dei venti bambini trucidati a colpi di fucile dal ventenne Adam Lanza nella scuola elementare “Sandy Hook” di Newtown, nel Connecticut, dove ha partecipato alla veglia funebre. «Charlotte, Daniel, Olivia, Josephine, Ana, Dylan, Madeline, Catherine, Chase, Jesse, James, Grace, Emilie, Jack, Noah, Caroline, Jessica, Benjamin, Avielle, Allison», ha elencato il presidente americano, visibilmente turbato, «Dio li ha richiamati a casa».Poi è stata la volta dei sei tra insegnanti e impiegati che sono morti nel tentativo di fermare il killer: «Dawn Hocksprung e Mary Sherlach, Vicki Soto, Lauren Russeau, Rachel Davino e Anne Marie Murphy», li ha ricordati Obama. «Hanno risposto come tutti noi auspichiamo di rispondere in circostanze così terrificanti, con coraggio e con amore, offrendo le proprie vite per proteggere i bambini affidati loro».Per la quarta volta da quando occupa la Casa Bianca, Obama è stato costretto a partecipare a una cerimonia in suffragio delle vittime di un massacro a colpi di arma da fuoco. «Non possiamo più tollerarlo», ha puntualizzato. «Non possiamo più accettare simili tragedie come se fossero un'abitudine. Noi, in quanto Nazione, ci troviamo davanti ad alcune domande cui rispondere è difficile. Tragedie del genere debbono finire, e affinchè finiscano - ha sottolineato - noi dobbiamo cambiare». Nemmeno una volta durante il suo intervento, però, il presidente Usa ha osato pronunciare la parola  «arma».