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Cop26. Obama: «Sul clima le isole campanello d'allarme». L'attacco dell'attivista

Redazione Internet lunedì 8 novembre 2021

L'ex presidente Usa Barak Obama

"Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere, tutti noi abbiamo del lavoro da fare, tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici, ma chi di noi vive in Paesi grandi e ricchi, chi contribuisce a far precipitare il problema, ha un onere aggiuntivo, che è quello di garantire che collaboriamo e che aiutiamo e assistiamo coloro che sono meno responsabili ma più vulnerabili a questa crisi imminente". Lo ha detto l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, intervenuto alla Cop26, a Glasgow, sulla crisi climatica.

L'onere di cui parla Obama è l'impegno a mantenere le promesse fatte durante la conferenza sul clima. "Ogni grado che riusciamo a ridurre conta", ha detto l'ex inquilino della Casa Bianca. I piani attuali "ancora non arrivano a 1,5 gradi", obiettivo auspicato, ha sottolineato Obama, ma "se tutti seguono gli impegni che hanno già preso a questa conferenza, gli ultimi dati indicano che arriviamo a circa 1,8 gradi", rispetto ai livelli pre-industriali. Se così fosse, questo sarebbe un buon punto di partenza ma certo non di arrivo, visto che, come ha ricordato lo stesso ex presidente, una simile riduzione non sarebbe ancora abbastanza. In ogni caso se le condizioni e i (disattesi) impegni dovessero rimanere quelli attuali, nel 2100 il pianeta vivrà un aumento delle temperature pari a 2,7 gradi. Che, come conferma l'Onu, equivarrebbe a una catastrofe climatica.

Al momento, a causa delle emissioni di anidride carbonica, il mondo ha già subito un riscaldamento di 1,1 gradi. Con la Cop26 si punta ad ottenere dai governi un impegno a tagliare velocemente le emissioni di Co2, così da ridurre i danni. "Ci sono momenti in cui siamo scoraggiati e questo è normale", ha continuato Obama, ma l'obiettivo di evitare la catastrofe climatica non va perso di vista. Obama ha parlato da ex capo di stato ma anche da "island kid", cioè bambino isolano. "Sono stato plasmato dalla mia esperienza di persona cresciuta alle Hawaii", ha detto, e non è un elemento da poco dal momento in cui le zone costiere e le isole sono i territori più vulnerabili all'innalzamento delle acque causato dal riscaldamento climatico. Per dirlo con le parole dell'ex presidente: "Le nostre isole sono il campanello d'allarme"e il tempo sta scadendo.

L'attacco degli attivisti: nel 2009 aveva promesso 100 miliardi

"L'impazienza dei giovani" è "vitale" per spingere i leader del mondo ad agire per affrontare l'emergenza climatica, continua l'ex presidente americano, così come le aziende ad agire su questo fronte. Fortunatamente "ora ci sono molte Grete", ha detto riferendosi a Greta Thunberg. L'elogio fatto da Obama non ha ammorbidito però le attiviste: "Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico", ha twittato Vanessa Nakate. "Gli Stati Uniti hanno tradito le loro promesse, questo costerà perdite di vite umane in Africa". L'attivista ha postato anche un video di 12 anni fa in cui l'allora presidente interveniva alla Cop15 assicurando politiche per combattere il cambiamento climatico. "Tu vuoi incontrare i giovani della COP26. Noi vogliamo i fatti".