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DIBATTITO IN FRANCIA. Nozze gay, deputati in marcia

Daniele Zappalà giovedì 24 gennaio 2013
​Nella capitale, e in ogni contrada di Francia, continua a rafforzarsi l’opposizione alla bozza di legge socialista sulle nozze e adozioni gay. Ieri, più di un centinaio di parlamentari (in maggior parte anche sindaci dei loro comuni), perlopiù neogollisti, hanno disertato i lavori in aula per assieparsi davanti all’ingresso dell’Eliseo, scandendo la parola «referendum» a nome del collettivo “Intesa per la famiglia”, che riunisce 217 membri del Parlamento contrari alla bozza Taubira. Da tre mesi i deputati e senatori chiedono di essere ricevuti dal presidente ed hanno consegnato ieri una nuova lettera per rivendicare l’organizzazione di una consultazione referendaria. Per loro, «non si cambia la civiltà di nascosto» e il presidente «non può ignorare gli appelli lanciati da centinaia di migliaia di connazionali».I parlamentari sono sostenuti dai quasi 19mila sindaci ed assessori riuniti nel “Collettivo dei sindaci per l’infanzia”, che chiede pure l’organizzazione di «stati generali della famiglia» e spera di raccogliere 4 milioni di firme su Internet per mostrare la rilevanza costituzionale e referendaria della questione.È proprio davanti all’Associazione dei sindaci che Hollande aveva già evocato nei mesi scorsi, sia pure in termini vaghi e poi parzialmente smentiti, la possibilità di accordare l’obiezione di coscienza ai rappresentanti municipali recalcitranti. Già sindaco di lungo corso di un piccolo capoluogo provinciale, Tulle, il capo dell’Eliseo da tempo pare sensibile soprattutto a queste pressioni provenienti dalla Francia profonda. Proprio quella che, durante la campagna presidenziale, Hollande aveva promesso di ascoltare e non dimenticare.Intanto, nella scia della "Manifestazione per tutti" che il 13 gennaio ha riunito nelle strade di Parigi circa un milione di oppositori, secondo i conteggi manuali degli organizzatori e diverse fonti indipendenti, Hollande riceverà domani pomeriggio all’Eliseo i principali coordinatori del movimento, come il leader associativo Tugdual Derville. Secondo la portavoce del governo Najat Vallaud Belkacem, l’incontro non influirà sulla «determinazione» dell’Eliseo in vista dell’approvazione della bozza. Hollande vorrebbe esprimere in primo luogo «un segno di rispetto e di considerazione», dopo aver riconosciuto la «consistente» mobilitazione dell’ultimo corteo parigino.Il braccio di ferro pare destinato a continuare. I rappresentanti della “Manif pour tous” promettono una nuova grande mobilitazione in caso di esito negativo dell’incontro all’Eliseo. La data potrebbe essere comunicata simbolicamente proprio al momento dell’uscita della delegazione dal palazzo presidenziale. Per il momento, sono stati già annunciati diversi dibattiti nei principali capoluoghi, come quello di sabato prossimo a Lione, alla vigilia di una manifestazione parigina favorevole alla bozza. L’inizio ufficiale della discussione parlamentare, invece, è previsto martedì prossimo. L’opposizione promette una battaglia a colpi di emendamenti per svuotare il testo.Intanto, con il sostegno di numerosi vescovi, l’attaccamento dei francesi alla famiglia naturale si esprimerà anche attraverso veglie di preghiera previste in questi giorni e nelle prossime settimane in centinaia di parrocchie e santuari, come la Basilica del Sacro Cuore sulla collina parigina di Montmartre.