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Nigeria. Assalto a una parrocchia, un sacerdote ucciso e uno rapito

Redazione Internet venerdì 21 maggio 2021

Un sacerdote ucciso e un altro rapito. È questo il bilancio dell’assalto condotto da uomini armati non identificati contro la parrocchia di St. Vincent Ferrer a Malunfashi, nello Stato di Katsina, nel nord della Nigeria. Il sacerdote ucciso è don Alphonsus Bello, mentre quello rapito è don Joe Keke. Lo rende noto l'Agenzia Fides. Il gruppo di gli uomini armati che nella notte del 20 maggio hanno preso d'assalto la parrocchia hanno esploso alcuni colpi ferendo delle persone.

Il direttore delle comunicazioni sociali nazionali del segretariato cattolico della Nigeria, padre Mike Umoh, nel confermare la notizia, ha detto che i malviventi hanno deposto il corpo senza vita di don Alphonsus Bello nei terreni agricoli dietro la Scuola di formazione catechistica, mentre non si conosce la sorte di don Joe Keke.

Padre Umoh ha dichiarato: “La scorsa notte una delle parrocchie della diocesi di Sokoto, la chiesa cattolica di St. Vincent Ferrer di Malunfashi, nello Stato di Katsina, è stata attaccata da uomini armati non identificati. Due preti sono stati rapiti, don Joe Keke e Alphonsus Bello. Don Keke, l'ex parroco, ha circa 70 anni mentre don Bello, l'attuale parroco, ha trent'anni”. “Questa mattina (oggi 21 maggio) il corpo di don Alphonsus Bello è stato ritrovato senza vita nei terreni agricoli dietro la Scuola di formazione catechistica. Non sappiamo dove si trovi don Joe Keke. Finora non è stato stabilito alcun contatto con i rapitori".

Nel frattempo, una fonte attendibile dalla diocesi cattolica di Sokoto ha detto che il sacerdote defunto apparteneva all'arcidiocesi di Kaduna, ma era distaccato nella diocesi di Sokoto e dispiegato nella parrocchia di Malumfashi a Katsina.

Il sacerdote ucciso era stato ordinato tre anni fa, rende noto la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre. "Nel giro di pochi giorni sono stati rapiti altri tre sacerdoti. E dietro loro ci sono comunità di fedeli. Basta violenza!", è l'appello di Acs.