Mondo

Africa. Nigeria, rilasciato un sacerdote rapito a marzo

Redazione Internet sabato 7 maggio 2022

È stato rilasciato padre Felix Zakari Fidson, il sacerdote della diocesi di Zaria, nello Stato di Kaduna, nel nord della Nigeria, rapito il 24 marzo scorso. Lo rende noto l'Agenzia Fides. "Con il cuore colmo di gioia, annunciamo il ritorno del nostro fratello", ha detto il cancelliere della diocesi, don Patrick Adikwu Odeh, secondo il quale il sacerdote è stato "rilasciato intorno alle 13 del 3 maggio". "Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno offerto preghiere per la celere liberazione del nostro caro fratello. Preghiamo Dio che affretti il rilascio di coloro che sono ancora nelle mani dei loro rapitori", ha aggiunto.

Oltre a don Fidson, altri due sacerdoti erano stati rapiti lo scorso marzo: don Joseph Akete Bako, parroco della chiesa di San Giovanni, a Kudenda nell'area del governo locale di Kaduna South, rapito l'8 marzo in un assalto alla casa parrocchiale nel quale è stata uccisa una persona; e don Leo Raphael Ozigi, parroco della chiesa di St Mary, nel villaggio di Sarkin Pawa, nell'area del governo locale di Munya, nello stato del Niger, rapito domenica 27 marzo e rilasciato l'8 aprile.

Per contrastare la piaga dei rapimenti a scopo di estorsione, il Senato nigeriano ha approvato un disegno di legge che punisce con la reclusione di almeno 15 anni chi paga un riscatto per liberare una persona rapita e ha reso punibile con la morte il reato di rapimento in caso di morte delle vittime. Il disegno di legge del Senato, che deve essere discusso alla Camera dei Rappresentanti prima di essere approvato e firmato dal capo dello Stato, ha suscitato forti polemiche. Il responsabile della sezione Affari pubblici dell'Ordine degli Avvocati, Monday Ubani, ha criticato la proposta di criminalizzare il pagamento dei riscatti da parte di istituzioni che non sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini. "La verità - ha detto - è che le vittime del rapimento pagano un riscatto per disperazione e impotenza, sapendo che lo Stato ha fallito e non è in grado di proteggere vite e proprietà o garantire il rilascio dei loro cari". I vescovi nigeriani da anni hanno vietato il pagamento di riscatti in caso di rapimento di membri del personale ecclesiastico e religioso.