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STATO DI BORNO. Nigeria, sono 70 le vittime dei terroristi di Boko Haram

lunedì 4 novembre 2013
È di oltre 70 persone uccise il bilancio di tre distinti attacchi di Boko Haram nello stato di Borno, nord-est della Nigeria, da giovedì a domenica. Lo precisa la polizia. Sabato scorso i terroristi hanno attaccato un corteo di partecipanti a un matrimonio: almeno 35 uccisi. Giovedì notte 27 persone sono state massacrate in un villaggio. Nell'assalto a un altro villaggio, T-Junction, sono morte altre 13 persone.Nella Nigeria delle stragi anche un matrimonio può diventare un funerale. Sono almeno 35, compreso lo sposo, le vittime dell'attacco di un gruppo armato che ha riversato una pioggia di fuoco su sposi, parenti e amici che tornavano verso casa dopo la celebrazione delle nozze.Il luogo è lo stato di Borno, nord-est del Paese, a maggioranza musulmano e roccaforte degli integralisti islamici di Boko Haram che grazie alla destabilizzazione sistematica, non solo in funzione anti cristiana, cercano di controllare persone e territorio. La tragedia avviene sull'autostrada che da Michika, nel vicino stato di Adamawa dove è stato celebrato il matrimonio, porta a Maiduguri, capitale di Borno. E testimoni raccontano "di corpi senza vita massacrati sull'asfalto", dello shock di una "scena cruenta" dove i tradizionali abiti di gala anko o ashoebi sono macchiati di sangue. Un "attacco brutale ed efferato" lo ha definito un portavoce della sicurezza, senza fornire il numero dei sopravvissuti.Sembrava tornata una relativa calma, nell'area, dopo che l'esercito ha lanciato una vasta offensiva contro i Boko Haram e soprattutto dopo che forze di sicurezza e gruppi di autodifesa formati dagli abitanti hanno cominciato a collaborare. Ma gli scontri di una settimana fa hanno innescato di nuovo la violenza. Il 24 ottobre almeno 74 miliziani del gruppo fondamentalista erano stati uccisi nel raid - via terra e via cielo - contro le postazioni dei fondamentalisti nei  due villaggi di Galangi e Lawanti, proprio nei pressi di Maiduguri.E nelle stesse ore, a Damaturu, nel vicino Stato di Yobe, gli jihadisti avevano lanciato una grande offensiva contro le forze di polizia, con l'incendio di quattro commissariati e pesanti scontri a fuoco. I morti erano stati 35. E oggi, il capo di Boko Haram, Abubakar Shekau, ha rivendicato con un video la strage di quel giorno con poche, ciniche, parole. "Li abbiamo uccisi con le nostre mani".La zona è quella al confine con Ciad e Camerun, dove i Boko Haram - che mirano a creare uno stato islamico - sono particolarmente attivi. Ed è una delle tre regioni dove nei mesi scorsi il presidente Goodluck Jonathan ha imposto lo stato di emergenza nel tentativo di stroncare la rete terrorista. Ma il ritorno alla normalità sembra lontano e i morti degli ultimi giorni si aggiungono ai 3.600 che, secondo Human Rigths Watch, dal 2009sono il bilancio di attacchi e repressione.