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Nicaragua. La polizia spara sulla «marcia delle mamme» degli studenti uccisi: 15 morti

Lucia Capuzzi giovedì 31 maggio 2018

È stata una lunga notte di guerriglia urbana in Nicaragua. La “marcia delle mamme” - manifestazione pacifica delle madri degli studenti uccisi nella protesta di aprile - è stata repressa con il pugno di ferro dalle forze dell’ordine e dai gruppi paramilitari sandinisti, legati al governo di Daniel Ortega.

La dimostrazione, cominciata nel tardo pomeriggio di ieri, chiedeva le dimissioni del presidente e della vice, nonché moglie, Rosario Murillo. Il corteo, partito dalla Carretera a Mansaya, nel centro di Managua, avrebbe dovuto raggiungere l’Università centroamericana - prestigioso centro intellettuale legato ai gesuiti i cui studenti sono stati uno dei motori della protesta - ma non ha potuto farlo.

A metà strada, gli agenti, in tenuta antisommossa, hanno cominciato a sparare. Decine e decine di manifestanti, tra cui anche alcuni minori, sono rimasti feriti. Fonti dell’opposizione parlano anche di 15 morti, ma il dato non è stato confermato anche se sono diverse le fonti indipendenti a fornire un identico bilancio.

Migliaia di manifestanti, inseguiti da poliziotti e paramilitari, hanno trovato rifugio nell’ateneo, dove sono state accolte dal rettore, padre José Idiáquez. La folla è rimasta barricata fino all’alba in attesa di poter uscire senza pericolo.