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Francia. Dalla basilica di Notre-Dame a Parigi arriveranno le note di Natale

Daniele Zappalà, Parigi mercoledì 23 dicembre 2020

«Fluctuat nec mergitur », recita il motto di Parigi: battuta dai marosi, non affonda. Cinque anni fa, la frase in latino diede coraggio alla capitale pugnalata dal jihadismo e risvegliatasi in un silenzio surreale, il 14 novembre 2015, dopo le stragi serali della vigilia, non solo al Bataclan. A distanza d’un lustro, in questo 2020 delle certezze che traballano, la città si riunisce per le feste di fine anno attorno al più caro dei “battelli” che non affondano. Nel tessuto della capitale, gli hotel di lusso sono spenti. Nei grandi magazzini, si “vendicchia”. Ma le note regalate per scaldare i cuori, quelle del concerto di Natale, proverranno dalle viscere di una convalescente scrutata da tutti: la cattedrale di Notre-Dame. (QUI TUTTE LE INFORMAZIONI)

Nella notte di Natale, come ha annunciato l’arcivescovo Michel Aupetit, il coro della Maîtrise Notre-Dame offrirà un concer- to televisivo eccezionale, registrato preventivamente in pieno giorno e senza pubblico, fra le mura tormentate dal rogo del 15 aprile 2019. Appena 8 coristi diretti dal maestro Henri Cha-let, tutti con tuta blu e casco da cantiere, affiancati dalla soprano Julie Fuchs, dall’organista Yves Castagnet e dal violoncellista Gautier Capucon. Ovvero, l’essenzialità e una sorta di povertà, per i canti natalizi più attesi, non solo dai credenti: quelli della tradizione popolare, al fianco di grandi classici come l’Ave Maria di Schubert. Sul primo canale televisivo pubblico, il concerto sarà poi seguito dalla Messa dal Vaticano.

La Francia fiaccata dalle ondate epidemiche si raccoglierà così attorno alla cattedrale rimasta in piedi, nonostante tutto. Un messaggio forte con il quale Parigi festeggerà anche l’inizio dell’anno nuovo, questa volta su decisione delle pur laicissime autorità municipali. Jean-Michel Jarre, star della musica elettronica, si produrrà il 31 in diretta a partire dalle 23.25, apparendo fittivamente all’interno di una ricostruzione virtuale della cattedrale, eseguita prima del rogo. «Sarà un messaggio di speranza per il 2021 in questi tempi difficili che attraversiamo, ma anche l’occasione per rendere omaggio a Notre- Dame, indebolita come noi tutti», ha spiegato il musicista. Entrambi i concerti speciali, di Natale e Capodanno, potranno essere seguiti dal mondo intero, fra televisioni, radio, Internet. Eventi che accresceranno ancor più l’attesa per la riapertura dell’edificio, si spera nel 2024, dopo il restauro del tetto che inizierà proprio nel 2021.

«Un messaggio di speranza per il 2021 e l’occasione per rendere omaggio alla cattedrale, indebolita come noi tutti»

Ma intanto, in questo 2020, è emerso pure un altro “prodigio” legato alla celebre cattedrale tornata “in fasce” e accudita di nuovo come un neonato. Un legame speciale si è visibilmente riannodato fra Notre-Dame e le sue “sorelle” francesi meno note, anche se talora architettonicamente altrettanto splendenti. «A seguito del rogo, osservo una presa di coscienza dell’importanza di questi monumen-ti, che va al di là dell’apparenza, dell’estetica o di un momento storico. Si percepisce meglio la loro centralità nella cultura del Paese», ci dice monsignor Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen e primate di Normandia. La Notre- Dame di Rouen, la cui facciata è famosa anche grazie a Claude Monet, fa parte proprio della costellazione di “sorelle” gotiche della cerchia ristretta, tornata da mesi doppiamente in luce: da una parte, per via della dolorosa inaccessibilità del gioiello parigino; dall’altra, proprio per l’accresciuta vicinanza della gente a ciascun edificio, dopo la “perdita” simbolica a Parigi. Notre-Dame di Rouen rimane la più svettante delle sorelle, con la sua guglia centrale che culmina a 151 metri d’altezza.

Ma per i volumi, primeggia invece Notre-Dame d’Amiens, che in questo 2020 ha vissuto le celebrazioni del proprio 800mo anniversario: fra i tesori unici che custodisce, il cranio di san Giovanni Battista e, si sostiene, la più antica rappresentazione scultorea di san Francesco d’Assisi. Altre due fulgide sorelle distano anch’esse un centinaio di chilometri da Parigi: la splendida Notre-Dame di Reims, strettamente associata ai grandi momenti della storia francese, così come Notre-Dame di Chartres, eccezionalmente ben conservata e meta di un grande pellegrinaggio giovanile annuale con partenza da Parigi. Tradizionalmente, erano soprattutto ecclesiastici e studiosi a riconoscere appieno la “comunione” fra gli edifici dedicati alla Vergine. Ma le cose non stanno più così.

Tanto il concerto trasmesso nella notte di Natale, quanto l’unione rinascente fra le cattedrali “sorelle”, potrebbero persino ricordare a non pochi fedeli la configurazione di un presepe: al centro, una “creatura” luminosa in fasce verso la quale gli sguardi e i pensieri si volgono, qualunque sia il punto cardinale. Fra le note natalizie indirizzate al cuore del mondo dalla cattedrale ferita, «la Natività avrà come un’aria di risurrezione sotto la volta di Notre-Dame, ancora sorretta da sostegni », ha fatto notare un messaggio giunto dalla Santa Sede.