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Afghanistan. È ufficiale: il mullah Omar morì nel 2013

mercoledì 29 luglio 2015
Dopo due anni di notizie e smentite, ora è ufficiale: il capo talebano mullah Omar è morto nel 2013. La conferma è arrivata dal governo afghano e si basa su notizie d'intelligence di Kabul che la Casa Bianca definisce "credibili". "Il governo della repubblica islamica dell'Afghanistan, basandosi su informazioni credibili, conferma che il mullah Mohammad Omar, leader dei talebani, è morto nell'aprile del 2013 in Pakistan" ha annunciato il presidente Ashraf Ghani, in un comunicato pubblicato sul sito web della presidenza afghana e diffuso tramite il suo account Twitter. "Il governo dell'Afghanistan crede che la strada per i colloqui di pace sia più spianata che mai, perciò invita tutti i gruppi armati di opposizione ad approfittare dell'opportunità e unirsi al processo di pace", si legge ancora nel comunicato. Le notizie si erano rincorse per tutta la giornata, ma la prudenza è d'obbligo in queste circostanze: la morte del leader talebano era già stata annunciata e smentita almeno in due occasioni negli ultimi anni.Il primo a dare la notizia, mercoledì mattina, era stato il quotidiano pachistano The Express Tribune, che riprendeva indiscrezioni già emerse in passato. Secondo le sue fonti, il famigerato leader dei taleban, sul quale pendeva una taglia da 25 milioni di dollari, sarebbe morto di tubercolosi e non sarebbe quindi stato ucciso. Il suo corpo sarebbe stato riconosciuto dal figlio, stando alle parole di un ex ministro talebano rimasto anonimo, e seppellito sulle montagne afghane. Secondo la fonte, ora sarebbe stata convocata una riunione per eleggere il successore, prima del secondo round di negoziati con il governo di Kabul, previsto venerdì prossimo nella località pachistana di Murree. Secondo altre fonti, il figlio del mullah Omar avrebbe preso la guida dell'insorgenza islamica talebana. Le voci sulla possibile scomparsa della guida spirituale dei talebani si erano moltiplicate negli ultimi mesi, anche se il sito web dell'emirato islamico dell'Afghanistan (gli stessi taliban) continua a pubblicare suoi messaggi, come quello di una decina di giorni fa che appoggiava l'ipotesi di un dialogo fra gli insorti e i rappresentanti del governo. All'inizio di aprile i taliban avevano diffuso una lunga e particolareggiata biografia del leader, in occasione del diciannovesimo anniversario della sua nomina a comandante supremo, nell'intento di smentire le voci della sua morte. Il mullah era completamente sparito dalla circolazione dopo la caduta del regime talebano. A dirsi sempre convinto della sua morte è stato il gruppo Fidai Mahaz, nato da una scissione all'interno del movimento dei taliban. Secondo il presunto portavoce di Fidai Mahaz, Qari Hamza, il leader sarebbe stato ucciso nel luglio del 2013 dal mullah Akhtar Muhammad, numero due di Omar. Altre voci lo davano prigioniero delle forze pachistane nella città di Karachi.