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Gran Bretagna. Raccolse 3 mln per la ricerca attraverso i social È morto il 19enne Stephen Sutton

Annalisa Guglielmino mercoledì 14 maggio 2014

Era appena un adolescente, quattro anni fa, quando si è ammalato di cancro. Il giovane Stephen non ha vinto la battaglia contro la malattia, ma ha trionfato comunque: con il suo sorriso ha raggiunto milioni di persone nel mondo e regalato a tutti i malati di cancro, giovani come lui, la speranza. È morto oggi Stephen Sutton, il 19enne britannico malato terminale di cancro che era riuscito a raccogliere oltre tre milioni di sterline a favore della ricerca per la cura dei tumori, grazie a una campagna diffusa attraverso i social network e a cui avevano aderito vip, attori, anche il primo ministro David Cameron (con lui nella foto).La sua scomparsa commuove il Paese (e il mondo intero) che aveva considerato la sua storia come una fonte d'ispirazione.Stephen è morto "nel sonno nelle prime ore del mattino di oggi", ha scritto la madre sul frequentatissimo profilo del ragazzo su Facebook. "Sappiamo che non sarà dimenticato, il suo spirito sopravviverà attraverso tutto quello che è riuscito a raggiungere e condividere con tanti". Le condizioni di Stephen si erano deteriorate nei giorni scorsi e il 19enne non era più in grado di comunicare. Era tornato in ospedale solo lunedì, visto che sembrava essersi ripreso. Cameron ha scritto su Twitter: «Sono profondamente addolorato nel sentire che Stephen Sutton è morto. Il suo spirito, il coraggio e la raccolta di fondi per la ricerca sul cancro sono stati una fonte di ispirazione».

Stephen era diventato una celebrità stilando un elenco di cose da fare prima di morire (come fare sky-diving lanciandosi da un elicottero, scivolare su un "folla-surf" e abbracciare persone a caso fra la gente) per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro. Sul canale YouTube Stephestory aveva diffuso un video su queste "ambizioni" realizzate. "Potrà anche avere il cancro - era il motto del ragazzo - ma grazie al supporto degli altri - è il cancro a non avere me».