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IL FUTURO DELL'ITALIA. Monti non esclude il bis: se serve io ci sarò

Nicola Pini venerdì 28 settembre 2012
Monti apre al Monti-bis. Per la prima volta il presidente del Consiglio non esclude di tornare al governo dopo le elezioni, alle quali comunque - come senatore a vita – non parteciperà. Il capo del governo ha parlato ieri a New York rassicurando gli interlocutori che oggi l’Italia, dopo la cura da cavallo dei conti pubblici, non rischia più di infiammare la crisi del debito. Ma all’estero – mentre i mercati e gli spread tornano in sofferenza e la Spagna è in bilico – i timori riguardano soprattutto il futuro politico del nostro Paese e la tenuta della cosiddetta "Agenda Monti". E qui il premier, di fronte all’uditorio selezionatissimo del Council for Foreign Relations, ha calato la carta della sua disponibilità esplicita a un reincarico, pur senza dare l’impressione di essere lui a volerlo. Io «spero di no», ha detto il capo del governo, ma se dopo le elezioni «ci dovessero essere circostanze speciali che io mi auguro che non ci siano, e se mi verrà chiesto, potrei prendere in considerazione la proposta» di un secondo mandato. Se il Paese chiama non mi tirerò indietro, dice in sostanza il premier con una dichiarazione che ha avuto immediata eco in Italia. Tanto che poche ore dopo ha tenuto a precisare che la sua non è una "discesa in campo" politico: «Non ho piani o desideri specifici per il futuro. Voglio solo che le forze politiche, i mercati e la comunità internazionale sappiano che sarò sempre lì nel caso ci fosse bisogno». «Confermo che non mi candiderò – aveva premesso in mattinata – e credo che non potrei farlo perché sono senatore a vita e ci si candida per il Parlamento». Ma cosa accadrà dopo le dimissioni del governo, che Monti vede «probabilmente ad aprile» e le elezioni? «Toccherà ai partiti politici in base ai risultati del voto esprimere la loro volontà sulla nuova configurazione politica dell’Italia», ha chiarito. Ma «se si creeranno le circostanze per cui potrò dare un aiuto non precludo nulla».Insomma, Monti non esce di scena. Da quanto affermato, il presidente del Consiglio potrebbe tornare a Palazzo Chigi solo nel caso di una impasse politica o di un emergenza economica post elettorale. Ha parlato infatti di «circostanze speciali». Ma la sua stessa disponibilità, che finora non aveva mai espresso, può cambiare il gioco politico già ben prima delle elezioni. Solo due giorni fa sempre a New York in un’intervista era stato molto più cauto, escludendo una candidatura e assegnandosi piuttosto il compito di «facilitare l’evoluzione della ripresa della politica italiana» dopo il governo tecnico.  Dichiarazioni che hanno allarmato molti osservatori da un lato e dall’altro dell’Atlantico. «Il salvatore rinuncia», ha scritto il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, lanciando l’allarme su un possibile stop al risanamento del nostro Paese. Timori che probabilmente Monti ha riscontrato anche nei suoi colloqui negli Stati Uniti, dove più volte gli è stato chiesto tra l’altro se l’ex premier Silvio Berlusconi si ricandiderà.  L’Italia comunque oggi sta meglio e non è più il varco nel quale può precipitare l’euro, ha assicurato il primo ministro: «Non si può mai sapere con gli sviluppi turbolenti del mercato, ma sono abbastanza sicuro che sia così». Quanto allo scudo europeo «l’aiuto non è un disonore ma lavoriamo per farcela da soli», ha aggiunto, sottolineando come «incoraggiante» il fatto che «gli italiani hanno subìto la più dura cura di sempre ma sembrano aveva fiducia nel governo».