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Usa. Spirito di Natale alla texana: profughi abbandonati davanti alla porta di Harris

Lucia Capuzzi lunedì 26 dicembre 2022

Nella foto un caso analogo a quello di Natale. In questo caso, un gruppo di migranti spedito ad agosto in autobus dal Texas a New York per protestare contro le politiche democratiche nei confronti dei profughi. Qui vengono accolti da un funzionario

El Paso-Washington sola andata. I latinoamericani al confine tra Messico e Usa non sono più profughi, ma ostaggi della battaglia politica tra l’Amministrazione democratica e l’opposizione repubblicana.

E come tali, in 130, sono stati fermati a El Paso dove erano riusciti ad arrivare prima del blocco totale con tanto di schieramento della Guardia nazionale una settimana fa. Caricati sui bus e spediti nella capitale il giorno di Natale, di fronte alla porta della residenza della vice-presidente Kamala Harris per ordine del governatore del Texas, Greg Abbot.

Un gesto dimostrativo di protesta contro la politica migratoria della Casa Bianca. In particolare contro l’intenzione di quest’ultima di derogare il divieto di entrata anche per i richiedenti asilo deciso da Donald Trump durante la pandemia e tuttora in vigore. Abbot e il resto dell’ala dura vuole che il blocco sia prolungato in modo da poter continuare le deportazioni-express dei profughi, in gran parte venezuelani, che affollano le città lungo il confine.

A ottobre, ultimo mese per cui ci sono i dati, se ne contavano 50mila nella sola El Paso. Molti di più sono quelli bloccati dall’altra parte del Rio Bravo, nella gemella messicana Ciudad Juárez. Per tutti la parola d’ordine è resistere. Alla minaccia continua di essere cacciati indietro. E, soprattutto, al freddo. Da sabato scorso la temperatura notturna sfiora i dieci gradi sotto zero. E la gran parte dorme all’aperto.