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Messico. Sparatoria di tre ore in città per catturare il figlio di El Chapo

Redazione Esteri venerdì 18 ottobre 2019

Gli agenti si proteggono dietro le auto durante la sparatoria a Culiacan (Ansa)

Tre ore di sparatorie e una città, Culiacan, la più grande dello Stato messicano di Sinaloa, il feudo di El Chapo, trasformata in una zona di guerra: a scatenare i combattimenti è stata la notizia della cattura di un figlio del re dei narcotrafficanti Joaquin Guzman detto El Chapo. Polizia e paramilitari pesantemente armati a bordo di fuoristrada si sono affrontati a colpi d'arma da fuoco con gli uomini del cartello di Sinaloa. I combattimenti sono stati talmente intensi che le autorità sarebbero state costrette a liberarlo per evitare rappresaglie contro la popolazione.

Al momento non è chiara la sorte del 28enne Ovidio Guzman ma è probabile che le autorità messicane abbiano davvero rilasciato "il topo", come è soprannominato il famigerato signore della droga. Ovidio Guzman, uno dei 10 figli che El Chapo ha avuto da tre donne diverse, ha assunto il controllo parziale del cartello dopo che il padre è stato estradato negli Stati Uniti nel 2017.

Sembra che l'uomo sia stato arrestato ma, dopo poco, l'edificio dove era stato rinchiuso sarebbe stata circondata da uomini armati, che hanno cominciato ad attaccare le pattuglie della polizia, bloccando strade e dando fuoco ai veicoli. Blocchi e sparatorie sono stati segnalati in particolare intorno alla sede della Procura, dove si riteneva fosse detenuto il figlio del Chapo. Nel caos, si è pure diffusa la voce che i criminali cercavano di rapire i parenti dei militari e delle autorità. Nel caos, 20 o 30 prigionieri dal carcere di Aguarato sono fuggiti con i trafficanti.

L'ambiguità usata dalle autorità sembra confermare questa versione. Il ministro della Sicurezza, Alfonso Durazo, ha confermato che una pattuglia di 30 uomini della Guardia Nazionale e del Ministero della Difesa Nazionale ha avuto in mano per qualche ora Ovidio. Poi «diversi gruppi criminali hanno circondato la casa con una forza maggiore di quella della pattuglia», mentre altri gruppi minacciavano e aggredivano i cittadini, scatenando «una situazione di panico». «Al fine di salvaguardare il bene superiore dell'integrità e della tranquillità della società Culiacanense, le autorità hanno deciso di sospendere tali azioni», è stato spiegato.

Il governo dello Stato ha chiesto alla popolazione di «mantenere la calma e di restare in casa». Il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha annunciato la convocazione del gabinetto di sicurezza.