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Messico. I narcos sequestrano 31 migranti in Tamaulipas

Lucia Capuzzi mercoledì 3 gennaio 2024

Nel duro viaggio verso gli Usa oltre il 70% dei migranti finisce nelle mani della criminalità

Li hanno fatti scendere, armi in pugno, dal bus su cui viaggiavano nel percorso da Reynosa a Matamoros. Li hanno caricati sui cinque fuoristrada con cui avevano sbarrato il passo al pullman. Tutti tranne cinque che sono riusciti a fuggire. Da quel momento, trentuno migranti provenienti da varie nazioni latinoamericane sono scomparsi. Ingoiati nel buco nero della narco-guerra che insanguina il Messico e di cui lo Stato del Tamaulipas è uno degli epicentri più cruenti. Il maxi-sequestro, avvenuto alla vigilia di Capodanno, ha fatto rivivere l’incubo del massacro di San Fernando, sempre in Tamaulipas, nel 2011, quando i narcos rapirono e assassinarono 72 centroamericani. Nei dodici anni trascorsi, in realtà, la caccia agli irregolari che attraversano il Paese nella rotta verso gli Usa è proseguita, seppure in modo meno plateale. I migranti sono presi per essere arruolati o, meglio, impiegati come carne da cannone per rimpiazzare le numerose perdite. O per essere rivenduti nel mercato della prostituzione forzata o degli organi o della pedofilia, in caso si tratti di minori. C'è, poi, il business delle estorsioni: i malcapitati sono torturati in diretta telefonica con parenti o amici già arrivati negli Usa i quali, per salvare il proprio caro, sono costretti a sborsare un riscatto. Si parla di almeno 30mila sequestrati l’anno ma si tratta di stime e il numero reale potrebbe essere ben più alto Il paradosso è che buona parte di quanti cercano di raggiungere gli Stati Uniti dal resto dell’America Latina fuggono dalla violenza bellica delle loro nazioni. Nel percorso, però, devono attraversare frammenti di Messico controllati di fatto dalle potenti organizzazioni della criminalità organizzata. E, come ha spiegato il coordinatore del Centro per la dignità umana (Cdh) Luis Rey Garcia Villagran, il 70 per cento di loro finisce nelle sue mani. Le autorità messicane hanno assicurato che stanno indagando per rintracciare i trentuno migranti rapiti. Data l'impunità dilagante - oltre 98 per cento -, la sfida per ritrovarli è, però, ardua.