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BOSTON. ​La storia di Martin, morto mentre correva da papà

martedì 16 aprile 2013
​Stava correndo ad abbracciare il padre Bill sulla linea del traguardo: lo hanno fermato per sempre le bombe, artigianali ma potenti, esplose alla maratona di Boston. Martin Richard, 8 anni, è diventato il simbolo dell'ultimo insensato atto di violenza nella storia degli Stati Uniti. Un sorriso disarmate, il “buco” in bocca dei due denti davanti, Martin è uno dei tre morti della strage: «Un bambino, otto anni», lo ha evocato oggi il presidente Barack Obama, quasi incredulo, di fronte a un «atto atroce e codardo», un «atto di terrore» contro civili.Piccole gioie troncate: i Richard dalle 14.50 di ieri sono  una famiglia distrutta nel giorno in cui per il papà doveva essere un piccolo trionfo. Jane, la sorellina di Martin, sei anni, ha avuto una gamba amputata. La mamma Denise lotta tra la vita e la morte con una ferita al cervello. Un capriccio del destino, l'appuntamento con la tragedia, li ha sorpresi all'epicentro dell'attentato, dove la forza dell'esplosione era più tremenda.  Bill ieri è rientrato a casa a tarda notte: ancora addosso gli abiti dell'ospedale. Della sua bella famiglia è rimasto illeso solo Henry, il maggiore. «Sembrava un morto vivente», ha raccontato un vicino. Martin amava la pace: «Basta far male alla gente», aveva scritto su un poster mostrato orgogliosamente ai compagni in una foto scattata in classe e che oggi è stata postata su Facebook.“Peace”, pace, a caratteri cubitali è stato scritto da qualcuno col gesso fuori dalla casa della sua famiglia aDorchester. Fiori, orsacchiotti, candele sui gradini davanti alla porta d'ingresso. Per Obama è stata la seconda strage dopo la rielezione che ha troncato la vita di bambini. Alla prima, Newtown, era stato dedicato l'ultimo miglio della maratona, la corsa moderna più antica del mondo lungo il cui percorso erano assiepate centinaia di migliaia di persone tra cui, forse, l'attentatore.Con Martin e la sorellina altri bambini sono rimasti feriti, due sono ancora gravi. Il Children's Hospital, forse il migliore ospedale pediatrico al mondo, ha elencato, senza farne i nomi, sette piccoli pazienti, tra cui uno di due anni, ferito alla testa e ricoverato in rianimazione, anche se sta meglio. Un'altra bimba di nove anni con una ferita alla gamba grave ha passato ore ieri sul tavolo operatorio. E per Aaron Hern, che era venuto dalla California per applaudire la mamma sulla finish line, il traguardo, è cominciato un lungo calvario: dopo il primo intervento per estrarre le schegge da una gamba, all'undicenne di Martinez saranno necessarie altre operazioni.