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Il vertice. Ue-Africa, sì al piano ma non c'è la svolta

giovedì 12 novembre 2015
​Si è chiuso con l'approvazione all'unanimità di un piano d'azione e di una dichiarazione politica comune il vertice Ue-Africa sull'immigrazione alla Valletta. Subitdo dopo si è riunito il  Consiglio straordinario dei capi di Stato e di governo Ue per affronterare soprattutto la questione delle frontiere esterne dell'Unione. "Senza efficaci controlli - ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo DonaldTusk - le regole di Schengen non sopravviveranno". Non è la prima volta che Tusk sottolinea I rischi che la crisi dei migranti pone per lo spazio europeo di libera circolazione delle persone: è uno dei motivi che lo ha spinto a decidere di convocare la riunione a Malta subito dopo il vertice con i leader africani. I paesi europei devono accelerare il ritmo della redistribuzione dei profughi da Italia e Francia: "se continuiamo a questo ritmo - ha detto ilpresidente della Commissione Jean-Claude Juncker - arriveremoall'obiettivo di redistribuirne 160 mila nel 2101". Nella conferenza stampa al termine del vertice di due giorni con i leader africani e poi del Consiglio straordinario Ue, Juncker ha ricordato che la pressione è crescente e che "non abbiamo molto tempo". Se la pressione migratoria "continua allo stesso ritmo, diventerà insopportabile per alcuni paesi e porterà alla reintroduzione dei confini" ha detto il presidente francese Francois Hollande. A margine dell'incontro si è deciso anche di un vertice Ue-Turchia si terrà "molto probabilmente" il 29 novembre a Bruxelles.Con il vertice della Valletta, Europa e Africa hanno avviato "una nuova fase della loro collaborazione, in cui ci si avvicina qualitativamente e si condividono assieme le responsabilità" ha detto al termine della riunione sull'immigrazione la cancelliera tedesca, Angela Merkel. "La lotta all'immigrazione illegale può avvenire da una parte nei paesi africani stessi, attraverso una governance migliore, investimenti nella società civile, crescita economica e una prospettiva per i giovani. Dall'altra", ha proseguito, "l'Ue aiuta attraverso il fondo ma anche con misure bilaterali specifiche". Meglio si combatte l'immigrazione illegale, ha continuato, "meglio potremo lavorare su quella legale". In conclusione, anche se il vertice di Malta non ha risolto il problema, "è stato un inizio per risolverlo in modo sistematico, anche se resta molto lavoro davanti a noi". All'origine del problema dell'emigrazione illegale dai paesi africani ci sono certo la povertà, la guerra e l'instabilità, ma se si riuscisse a superare il problema dell'evasione fiscale delle imprese straniere in Africa, che spesso beneficiano di regimi fiscali che consentono loro di non pagare il dovuto nei paesi africani in cui operano, "non avremmo bisogno degli aiuti allo sviluppo" ha detto, al termine del vertice Ue/Africa della Valletta, il presidente del Senegal e dell'Ecowas Macky Sall. "Fino a quando l'Africa non avrà riconosciuta la giusta remunerazione per le sue risorse naturali, che sarebbero più redditizie se trasformate in loco, con la creazione di posti di lavoro".