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Escalation del terrore. Mali, rapiti prete cattolico e 4 laici

Matteo Fraschini Koffi, Dakar mercoledì 23 giugno 2021

Continuano le violenze nella regione centrosettentrionale del Mali. Un gruppo di fedeli cattolici è stato rapito mentre alcuni militari francesi sono rimasti feriti durante un’operazione di ricognizione. Le autorità locali hanno puntato il dito verso i gruppi jihadisti che occupano gran parte del territorio maliano. «Cinque cattolici maliani tra cui un prete della parrocchia di Segue, padre Leon Dougnon, sono stati sequestrati nella provincia di Mopti – ha affermato padre Kizito Togo, parroco della cattedrale di Mopti –. Il gruppo si stava dirigendo in auto verso la capitale, Bamako, per assistere al funerale di padre Oscar Tehra della diocesi di San».

Dopo varie telefonate a padre Dougnon, lunedì una voce ha risposto «As- salam aleykum» («La pace sia con te», ndr), un segnale chiaro del fatto che i cattolici fossero già nelle mani di un gruppo jihadista. Per il momento, però, il rapimento non è stato rivendicato. Tra gli ostaggi religiosi in Mali c’è ancora suor Gloria Narváez, colombiana, rapita quattro anni fa nel nord del Paese e attualmente prigioniera del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Gsim), una rete di vari organizzazioni qaediste raggruppatesi nel 2017. «Siamo molto tristi perché il governo aveva mandato in Mali tre mesi fa una delegazione per negoziarne il rilascio – ha spiegato Edgar Narvaez, il fratello della religiosa –. Mi hanno appena confermato che i funzionari stanno lasciando il Mali senza alcun risultato».

In seguito all’annuncio del “ridimensionamento” dell’operazione francese Barkhane nel Sahel, sembra che gli attacchi jihadisti siano aumentati in Mali. Lunedì un terrorista suicida si è fatto esplodere davanti a un blindato delle forze armate francesi causando «il ferimento di sei militari e quattro civili maliani», tra cui un bambino. L’attacco è avvenuto vicino alla località settentrionale di Gossi, sulla strada tra Mopti e Gao, un’area infestata da diverse fazioni jihadiste che spesso sono capaci di colpire anche il vicino Burkina Faso. «L’Unione Europea e i suoi Stati membri continueranno a sostenere la stabilizzazione dei Paesi del G5 Sahel – riferisce una bozza del dossier che circolava all’ultimo vertice dei leader Ue –. Il Consiglio Europeo riafferma il suo invito alle autorità di transizione del Mali a dare piena attuazione alla Carta di transizione». La Forza militare congiunta Takuba, con a capo la Francia, era stata infatti approvata a marzo nel 2020 per combattere il jihadismo nel Sahel.