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DIRITTI & SALUTE. Ma per le spese militari i «risparmi» non valgono

Luca Miele mercoledì 3 aprile 2013
C’è un “capitolo” di spesa che non conosce crisi, invulnerabile agli scossoni che stanno (impietosamente) investendo altre latitudini. L’Asia corre, fagocita spazi e traduce la sua ansia di primato nella corsa agli armamenti. Una corsa forsennata. Con i due giganti Cina e India a far la parte dei protagonisti. Indiscussi. Dinanzi all’ascesa asiatica sono destinati a sfaldarsi vecchi e consolidati equilibri. Secondo l’Istituto per gli studi strategici di Londra, nel giro di un decennio, gli Stati Uniti non saranno la superpotenza che più spende al mondo in armi. Saranno raggiunti dalla Cina. Se il budget militare di Pechino – quest’anno destinato a lievitare a quota 740,6 miliardi di yuan, 119 miliardi di dollari – continuerà a crescere a ritmi simili, la Cina potrà competere con gli Usa entro il 2023-2025. Nel 2012, poi, per la prima volta i Paesi asiatici hanno superato nell’acquisto di armi quelli europei. Non solo. La Cina è sempre più protagonista di quel mercato. Come esportatore di armi – lo fa sapere dell’istituto Sipri di Stoccolma – Pechino ora si trova al quinto posto della classifica mondiale dopo Usa, Russia, Francia e Germania, avendo appena scalzato Londra. Il rapporto privilegiato? Quello con il Pakistan che assorbe il 55% delle vendite cinesi, dato che spiega come la tensione tra Cina e India sia il binario principale lungo quale corre la spesa militare asiatica. Le importazioni? È sempre l’Asia a primeggiare. Il rapporto Sipri rivela che i maggiori acquirenti di armi sul mercato internazionale sono tutti Paesi asiatici: al primo posto l’India col 12% del totale delle importazioni, seguita dalla stessa Cina (6%), e da Pakistan (5%), Corea del Sud (5%) e Singapore (4%). L’India tallona da vicino l’ingombrante rivale. L’Economist ha recentemente fotografato la “forza” di New Delhi. Il bilancio per le spese militare è schizzato a quota 46,8 miliardi di dollari. Oggi è il settimo Paese al mondo per spesa militare. Entro il 2020 supererà Giappone, Francia e Gran Bretagna, guadagnando la quarta posizione. Ha un arsenale nucleare che vanta almeno 80 testate e missili balistici in grado di “polverizzare” il Pakistan. New Delhi ha recentemente testato un missile capace di colpire la Cina. Per il Centro studi internazionale (Cesi), il Paese «è per tradizione ed ambizione proiettato verso l’assunzione di un ruolo predominante nell’Oceano Indiano, per il quale transitano gran parte delle rotte commerciali mondiali». Come? «Con l’acquisto pianificato di fregate missilistiche, sottomarini convenzionali e nucleari, cacciatorpedinieri e, soprattutto, il programma per l’acquisizione di tre portaerei».