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La protesta. Arresti, roghi e scontri: il Togo dice «basta» alla dinastia Gnassingbé

Matteo Fraschini Koffi, Lomé venerdì 8 settembre 2017

La polizia schiarata per fermare i manifestanti (foto M.F.K.)

Diverse persone sono state arrestate ieri nel primo giorno di scontri con le forze dell’ordine dopo due giornate di manifestazioni nella capitale togolese, Lomé. Gas lacrimogeni, lanci di pietre, e roghi di mezzi e pneumatici si vedevano in tutto il quartiere di Bè, roccaforte dell’opposizione. La gente ha marciato per dire «basta al regime».

«Sono 50 anni che la famiglia Gnassingbé, padre Eyadema prima e figlio Faure poi, governano con impunità – urlavano i sostenitori dell’opposizione–-. Libereremo il Togo». Decine di migliaia di cittadini sono scesi in piazza in varie località del Paese, vestendo i colori rosso e arancione dell’opposizione.

Il governo ha ammesso di aver bloccato da mercoledì scorso l’accesso a Internet in gran parte del territorio, sebbene abbia invece approvato un «pre-progetto di legge» legato al limite dei mandati presidenziali e alle elezioni a doppio turno. I leader dell’opposizione vogliono il ritorno alla Costituzione del 1992, con «leggi più democratiche di quelle attuali».