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Russia. Lo zar in difficoltà cancella la conferenza stampa di fine anno

Marta Ottaviani mercoledì 14 dicembre 2022

Vladimir Putin

La conferenza stampa annuale, un vero e proprio show per il presidente Vladimir Putin e la propaganda governativa, quest’anno non ci sarà. Ad annunciarlo è stato Dmitrij Peskov, il portavoce del Cremlino, in persona. Come se non bastasse, non è stata resa nota né la motivazione della mancata conferenza, né la data del discorso di Putin alla Duma che di solito la precede. Insomma, sembrerebbe proprio che Putin quest’anno abbia poca voglia di parlare.

Già lo scorso giugno aveva saltato un altro appuntamento molto importante, ossia “Linea diretta con il Presidente”, una giornata dedicata a rispondere alle telefonate dei russi che lo interrogano su diversi argomenti, il più delle volte a sfondo economico. In quell’occasione Peskov disse che si sarebbe trattato di un leggero ritardo, ma rimane il fatto che la cornetta presidenziale quest’anno non è stata sollevata. Nei giorni scorsi, alcuni giornalisti, fra cui quelli di Novaya Gazeta, il giornale il cui direttore ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2021, avevano reso noto di non aver ancora ricevuto l’invito per la conferenza. In un primo momento si era pensato che fosse perché la testata è stata privata della licenza di pubblicazione. Poi, però, si è venuto a sapere che nemmeno ad altri reporter provenienti da redazioni accreditate era arrivata la fatidica busta.

La scorsa settimana hanno preso il via le prime voci, surrogate anche da un tweet del servizio di intelligence inglese, secondo il quale la conferenza di fine anno non ci sarebbe stata. A inizio settimana, la conferma di Peskov. L’appuntamento era stato inaugurato da Putin nel 2010, ufficialmente come segnale di trasparenza nei confronti del suo elettorato e momento di confronto con la stampa straniera. Con il passare gli anni, però, la conferenza si è trasformata in un vero e proprio show personale, con centinaia di giornalisti accreditati, una durata che è arrivata a superare le quattro ore e Putin che rispondeva a ogni genere di domanda, dalla geopolitica all’economia, dai problemi regionali ai progetti per la Federazione Russa di domani.

Lo scorso anno, a guerra non ancora scoppiata, le domande erano state concentrate soprattutto sulla delicata situazione internazionale. A proposito di un eventuale conflitto con Kiev, Putin aveva dichiarato: «Non sarà una nostra scelta, non è questo che vogliamo». Non ha mai rinunciato all’appuntamento nemmeno durante la pandemia. Era stato ridotto il numero di reporter in sala, “solo” 500, ma Putin c’era sempre. Quest’anno no. Il presidente deve rendere conto di troppe cose che non funzionano. La situazione al fronte è pessima, l’economia reale inizia a farsi sentire sulle tasche dei russi in modo pesante. Il Paese è isolato internazionalmente e ormai anche la versione della propaganda, che dà tutta la colpa all’Occidente, inizia a non essere più credibile, persino per il popolo russo.

Ma soprattutto, Putin deve rendere conto delle migliaia di ragazzi che non torneranno più a casa dalle loro madri e di quelli che, partiti in seguito alla mobilitazione parziale, vivono in condizioni precarie. Donne che da tempo chiedono una risposta alle loro domande, ma che sono destinate a rimanere deluse, anche stavolta.