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Governo di unità nazionale. Arriva via mare il governo della Libia

mercoledì 30 marzo 2016
Sono arrivati a Tripoli via mare sette membri del governo di unità nazionale libico appoggiato dalle Nazioni unite, e fra loro il premier designato Fayez Al-Sarraj. Il gruppo, proveniente dalla città tunisina di Sfax, è sbarcato nella capitale nonostante le minacce dell'esecutivo di Tripoli, quello non riconosciuto internazionalmente, il cui primo ministro Khalifa al Ghweil aveva annunciato che non avrebbe riconosciuto un governo "imposto dall'Onu", avvertendo che le sue milizie avrebbero arrestato i membri del governo di unità non appena avrebbero messo piede a Tripoli.
Al-Sarraj e gli altri membri dell'esecutivo di unità designato sono arrivati in barca nella base navale di Abusita, a tre chilometri dal centro della città, e questo ha fatto salire la tensione nella capitale, dove in serata sono stati uditi spari. "È il passo necessario a proseguire con l'accordo firmato nella città marocchina di Skhirat, che include il trasferimento del governo nella capitale", ha spiegato all'agenzia Efe uno dei consulenti che accompagnano la delegazione. E commenti positivi sull'arrivo a Tripoli sono giunti anche dalle Nazioni unite, dal ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, dall'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue Federica Mogherini e dal ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault. L'inviato dell'Onu per la Libia, Martin Kobler, ha fatto sapere che "accoglie con favore l'arrivo del Consiglio presidenziale a Tripoli" e chiede "sia facilitato un passaggio di potere immediato, ordinato e pacifico". Gentiloni ha parlato di "passo avanti per la stabilizzazione della Libia", Ayrault ha assicurato il "totale sostegno della Francia all'esecutivo di unità e Mogherini ha definito l'arrivo a Tripoli "un'opportunità unica per i libici di tutte le fazioni" per riunirsi e riconciliarsi, parlando di "un passo importante per la transizione democratica della Libia".
La polemica e il suono delle armi non si sono fermati nella capitale libica da quando due settimane fa Al-Sarraj aveva annunciato la sua intenzione di trasferire a Tripoli il controverso esecutivo. Il governo di unità nazionale, oltre che essere respinto da Tripoli, non è stato neanche approvato dall'esecutivo di Trobruk, cioè quello riconosciuto internazionalmente. Il premier di Tobruk infatti, Abdulah Thini, ha avvertito ieri sera che non riconoscerà il governo di unità finché questo non otterrà l'appoggio del Parlamento di Tobruk, che lunedì scorso ancora una volta non è riuscito a raggiungere il numero legale necessario alla votazione. E questo scontro a distanza fra Sarraj, il governo di Tripoli e quello di Tobruk ha scatenato nei giorni scorsi combattimenti nel centro di Tripoli e alle porte della città fra milizie vicine al governo di Tripoli e forze leali al governo di unità, che è appoggiato solo dalle milizie di Misurata e da parte del Parlamento di Tobruk, oltre che dalla comunità internazionale. La tensione è salita ulteriormente domenica, dopo che il governo di Tripoli ha chiuso lo spazio aereo e l'aeroporto Mitiga della capitale citando "problemi tecnici". Al-Sarraj ha denunciato che la decisione fosse una manovra per impedire l'arrivo suo e dei suoi ministri, accusa ribadita ieri sera dal dipartimento di Stato Usa e da alcune cancellerie europee.
A fine febbraio, dopo due tentativi falliti di approvazione del governo di unità nazionale, per eludere il necessario benestare del Parlamento di Tobruk il premier designato Al-Sarraj ha escogitato uno stratagemma di dubbia legalità. La tecnica consiste nel considerare sufficiente l'appoggio via lettera di 100 deputati del Parlamento di Tobruk, la cui maggioranza è invece contraria all'esecutivo di unità; tecnica accettata dalle Nazioni unite, che da due settimane facevano pressioni perché Al-Sarraj si trasferisse a Tripoli.
L'idea del trasferimento a Tripoli prevede che il governo di unità, insieme al Consiglio presidenziale designato dall'Onu che ha nominato l'esecutivo, si installino in una zona della capitale altamente protetta chiamata 'Palm City', simile alla 'Green zone'. Da qui l'esecutivo proverà a controllare il Paese, con l'assistenza dei funzionari dell'Onu, di consulenti e diplomatici statunitensi ed europei, protetta da milizie libiche appoggiate dalle forze di elite di diversi Paesi. Al momento tuttavia, come ha spiegato alla stampa il portavoce di Al-Sarraj, Fathi Ben Issa, il governo espleterà le sue funzioni dalla base navale in cui i suoi membri sono sbarcati stamattina. Una prospettiva questa che, secondo quanto ha detto a Efe un membro del governo di Tripoli, "destabilizzerà la capitale e la trascinerà in un conflitto permanente".
La Libia è scivolata nel caos e nella guerra civile dopo la caduta della dittatura di Muammar Gheddafi nel 2011, con il contributo militare della comunità internazionale. Dall'inizio di marzo la Libia ha tre governi che si contrappongono fra loro: quello di Tripoli non riconosciuto internazionalmente, quello di Tobruk il cui Parlamento è riconosciuto internazionalmente e l'esecutivo di unità nazionale che nessuno degli altri due governi riconosce ma che è appoggiato dalle Nazioni unite e dalla maggior parte delle potenze mondiali.
Dell'instabilità hanno approfittato proprio gruppi radicali come la branca libica dello Stato islamico, che nell'ultimo anno ha consolidato postazioni e ampliato il territorio sotto il suo controllo, che adesso comprende la città costiera di Sirte e diversi quartieri di Bengasi. All'inizio di gennaio, inoltre, i jihadisti hanno lanciato un'offensiva contro gli importanti poli petroliferi di Sidra e Ras Lanuf, che è stata respinta a fatica dalla milizia privata che li difende.