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Crisi di Tripoli. Califfato in Libia, la parola passa all'Onu Parolin: occorre intervenire presto

martedì 17 febbraio 2015

L'avanzata del Califfato in Libia, con le minacce portate direttamente all'Europa e in particolare all'Italia, prefigura "una minaccia, una situazione grave", che richiede "una risposta concorde della Comunità internazionale". Lo ha detto questa sera il cardinale Piero parolin, segretario di Stato vaticano, a margine della cerimonia con cui a Palazzo Borromeo è stato celebrato l'anniversario dei Patti Lateranensi. Il cardinale ha aggiunto che "occorre intervenire presto, ma qualsiasi intervento di tipo armato sia sempre fatto secondo le norme della legalità internazionale, quindi sotto l'ombrello dell'Onu".  I raid israelianiAltri sette raid con "decine di morti" sono stati compiuti dall'aviazione egiziana contro postazioni "roccaforti" dell'Is a Derna, città nell'est della Libia, nella notte scorsa. Lo segnalano media egiziani citando fonti ufficiali libiche. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha chiesto che il Consiglio di Sicurezza Onu approvi una risoluzione che autorizzi un intervento internazionale in Libia. Il premier libico "ufficiale", Abdullah al Thani, da Tobruk ha lanciato un appello all'Europa, e in particolare all'Italia, perché sostengano con mezzi aerei l'azione militare libica contro l'Is e il suo "governo ombra" insediatosi a Tripoli. Al Thani e il suo governo respingono invece l'ipotesi dell'azione di terra di una forza internazionale. Il Cairo: autodifesa. I raid aerei condotti sulle postazioni dello Stato islamico (Is) in Libia fanno parte del diritto dell'Egitto "all'autodifesa". Lo ha affermato il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, in un'intervista ad al-Arabiya. "Dopo la diffusione del video erano necessari un attacco e una reazione", ha affermato Shoukry, riferendosi al video che mostra l'esecuzione di 21 cittadini copti egiziani da parte dei miliziani estremisti. I raid "fanno parte del diritto dell'Egitto all'autodifesa per proteggere i nostri bambini” ha dichiarato il capo della diplomazia del Cairo. «Rapiti altri egiziani», 21 rilasciati. Il leader dell’Is, Abu Bakr al Baghdadi, è pronto a vendicarsi dei raid aerei egiziani su Sirte e Derna, in Libia, ordinando nuovi rapimenti di lavoratori egiziani in Libia. Dopo la strage dei 21 copti, lunedì è arrivata la notizia del rapimento di altri 35 lavoratori egiziani in Libia, di religione cristiano copta. Martedì però si è saputo del rilascio di 21 pescatori egiziani rapiti a Misurata: non è chiaro se si tratti delle stesse persone. Il quotidiano saudita "al Riadh" rivela inoltre che "al Baghdadi ha inviato di recente un piccolo gruppo di suoi uomini a Sirte, approfittando dell'assenza di sicurezza nel paese, per formare un nucleo dello Stato islamico e diffondere l'ideologia del califfato. Ha trovato terreno fertile riuscendo a reclutare libici di Ansar al Sharia e sfruttando la presenza di tunisini reduci a Siria e Iraq che le autorità di Tunisi hanno respinto alla frontiera. Il nucleo inviato da al Baghdadi è riuscito a reclutare anche elementi legati al passato regime di Muammar Gheddafi.Incontro Renzi, Pinotti, Alfano e Gentiloni. Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è riunito martedì mattina a Palazzo Chigi con i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni, degli Interni Angelino Alfano e della Difesa Roberta Pinotti assieme al Sottosegretario Marco Minniti. Al centro della riunione la situazione libica. Dall'incontro emerge ribadito l'impegno italiano per una forte azione diplomatica in ambito Onu e il sostegno per una iniziativa urgente al Consiglio di Sicurezza che promuova stabilità e pace in Libia.Hamas: l'Italia non intervenga. "Hamas rifiuta categoricamente i pretesti che alcuni Paesi come l'Italia stanno fornendo per intervenire negli affari interni della Libia, in particolare con il pretesto di combattere contro il terrorismo". Lo ha detto il funzionario di Hamas Salah al-Bardawil ieri, secondo quanto riporta Palinfo. Mercoledì si riunisce l'Onu. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà mercoledì pomeriggio (ora di New York) per una seduta pubblica di emergenza sulla crisi libica, nel corso della quale il ministro degli esteri egiziano Sameh Shukri riferirà sulla situazione. Alla riunione parteciperà anche il ministro degli Esteri del governo libico di Tobruk Mohammed al Dairi. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro.La situazione a livello diplomatico è complicata: l'inviato dell'Onu per la Libia Bernardino Leon chiede "giorni" per il negoziato, ma già mercoledì dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu potrebbe uscire qualche novità. È ancora presto per aspettarsi una risoluzione che dia mandato a una coalizione internazionale contro l'Is, anche perché manca laprecondizione, cioè una richiesta delle autorità libiche in questo senso. D'altra parte il ministro degli Esteri del governo libico a Tobruk (quello internazionalmente riconosciuto) Mohamed al Dairi è in arrivo a New York e parlerà in Consiglio di Sicurezza.