Mondo

Lettere per Asia. Un esempio nella nostra società dell’apparenza

Carlo Conti mercoledì 23 gennaio 2013
Caro direttore,si può essere puniti per avere professato la propria religione? In alcuni Paesi accade ancora. Come in Pakistan, dove Asia Bibi è l’ennesimo caso di una donna cristiana condannata a morte con l’accusa di blasfemia. La sua "colpa", se così può essere definita, è quella di aver difeso il suo credo. Eppure la sua fede è così grande che le ha fatto perdonare i suoi aguzzini. Asia è una donna tenace e crede tanto profondamente in Dio che non ha accettato di convertirsi all’islam in cambio di quella libertà che le permetterebbe di riabbracciare i suoi bambini. Il mondo non può e non deve ignorare il grido d’aiuto di quest’innocente. Credo che noi tutti abbiamo il dovere di unirci al coro di proteste che si leva da ogni parte e lottare affinché Asia possa al più presto far ritorno alla sua famiglia, come è giusto che sia. La nostra vita corre veloce fra mille impegni e spesso perdiamo di vista le cose veramente importanti, come la fede e l’amore per il prossimo. In una società dove tutto è apparenza, quasi ci si vergogna di mostrarsi umili, di fermarsi a pregare, di perdonare coloro che ci fanno del male. Asia no. Il suo coraggio e la sua forza siano un grande esempio per tutti noi.