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Medio Oriente. I nuovi «conflitti cittadini» e il peso della morte sui civili

Francesco Palmas lunedì 17 maggio 2021

I palestinesi scappano da un edificio di Gaza City che sta per essere colpito

E' la tragedia della guerra moderna, che si combatte perlopiù in città e che trasferisce il peso della morte sui civili. È un dramma riemerso in tutta la sua dirompenza a Gaza. Le forze di sicurezza israeliane sono di fronte a un dilemma, comune a tutti gli eserciti occidentali. Hanno mezzi sofisticati di osservazione e di targeting. Usano solo bombe ultra-precise. Prima di colpire, adottano misure di salvaguardia, invitando la popolazione a mettersi in salvo. Inviano ai civili messaggi Sms, effettuano chiamate, lanciano volantini. Ma non sempre è possibile avvertire, pena il fallimento di un’operazione.


Dall’altra parte, le cose vanno ancora peggio. I combattenti di Hamas non giocano allo scoperto, hanno imparato a dissimulare gli obiettivi. Non offrono al nemico nessun bersaglio militare evidente. Miliziani e lanciatori di razzi si occultano facilmente fra la popolazione civile e, a Gaza, si combatte in un formicaio, in uno spazio fisico in cui la densità di popolazione supera i 4.700 abitanti per chilometro quadrato. Per colpire il nemico semi-invisibile, Israele ha dovuto talvolta estendere il raggio dei bersagli considerati “legittimi” all’intera popolazione. Le perdite civili, in questi nuovi conflitti cittadini, sembrano quindi «inevitabili». Ma non dovrebbe mai essere così.

Una donna di Ashdod, nel sud di Israele, lascia la sua casa distrutta da un razzo sparato da Gaza - Afp


Israele reagisce certamente ai razzi di Hamas, lanciati alla cieca contro le proprie città. Ma ha responsabilità pesanti, così come le hanno le aviazioni occidentali che hanno combattuto le ultime guerre del XX secolo e le prime del XXI. Le tre campagne israeliane contro Hamas a Gaza, fra il 2008 e il 2014, hanno mietuto 3.500 vittime civili, ferito almeno 10mila persone e inferto danni immensi. Secondo Airwars, in due anni di campagna aerea contro il Daesh, la Coalizione a guida statunitense ha ucciso più di 2mila civili, mentre i raid russi in Siria ne hanno fatto il quintuplo in un solo anno. Se vogliamo, sono perdite “contenute” rispetto al volume di fuoco impiegato, ma sono perdite “altissime” rispetto al numero dei soldati morti. I caduti americani, europei o israeliani sono tra 50 e 300 volte inferiori a quelli delle popolazioni civili dei teatri considerati. È la guerra barbara dei nostri giorni, che sovverte un principio classico: è il soldato che muore in battaglia e che si sacrifica affinché la popolazione civile non sia mai colpita.