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Rapporto Unicef-Save the children. Bimbi siriani, c'è anche l'incubo sfruttamento

giovedì 2 luglio 2015

Il conflitto interno in Siria sta spingendo un numero sempre crescente di bambini verso lo sfruttamento nel mercato del lavoro: è quanto si legge in un nuovo rapporto pubblicato da Unicef e Save the Children. Ecco alcuni dati del rapporto. In Giordania quasi la metà delle famiglie dei rifugiati siriani intervistate ha riferito di avere un bambino come capofamiglia. In Iraq i tre quarti (77%) dei bambini rifugiati dalla Siria che lavorano lo fanno per sostenere le famiglie. In Libano quasi tre quarti (73%) dei bambini di strada sono rifugiati dalla Siria.Tra gli intervistati, un bambino su cinque che lavora nel settore agricolo nella Valle del Giordano ha meno dii 12 anni. Lavorano 25-30 ore a settimana. In Giordania un bambino su tre che lavora nelle aree urbane ha meno di 15 anni. Lavorano anche bambini di sei anni. In Turchia bambine rifugiate siriane di appena otto anni lavorano. In Libano lavorano bambini di sei anni. Il 94% dei bambini rifugiati siriani che lavorano nel campo profughi di Zàtari in Giordania sono maschi. La metà delle ragazze che lavora in Giordania è impiegata nel lavoro domestico. In Giordania una ragazza rifugiata siriana su tre lavora nel settore agricolo. In Libano un bambino di strada su tre è femmina; sono principalmente mendicanti. Un bambino su tre intervistato nella regione del Kurdistan iracheno è stato avvicinato per il reclutamento nei combattimenti con gruppi armati. La maggioranza dei bambini che lavora in Giordania lo fa per sei o sette giorni alla settimana; un terzo di loro lavora per più di otto ore al giorno. "La crisi in Siria ha drasticamente ridotto le opportunità di sostentamento delle famiglie e impoverito milioni di famiglie nella regione, così il lavoro minorile raggiunge livelli critici", spiega Roger Hearn, direttore regionale per Save the Children in Medio Oriente e Eurasia. "Mentre la situazione delle famiglie diventa sempre più disperata, i bambini lavorano soprattutto per sopravvivere. Sia in Siria che nei paesi vicini, stanno diventando i principali attori economici". Il rapporto rileva che un numero altissimo di bambini viene impiegato in condizioni di lavoro pericolose, rischiando gravi danni per la loro salute e il loro benessere. Inoltre, i bambini che lavorano sono più propensi ad abbandonare la scuola - e questo si aggiunge ai timori per una "generazione perduta" di bambini siriani.