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SCHIAVITÙ. La Cina fa i conti con i trafficanti di bambini

Stefano vecchia sabato 7 luglio 2012
La polizia cinese ha sgominato due organizzazioni sospettate di traffico di minori. Sono 802 gli arrestati e 181 i bambini salvati nell’operazione che ha riguardato 15 province del Paese. I dati sono stati comunicati dal ministero dell’Interno, che ha sottolineato come tra i fermati vi siano i presunti capi delle bande criminali.Un successo per il governo, che ha deciso di usare la mano pesante contro le cosche che gestiscono un traffico di esseri umani. Per alimentare il business delle adozioni illegali (ma anche legali nel caso di istituzioni che hanno necessità di incrementare il numero di “ospiti” per godere delle sovvenzioni pubbliche), ma anche quello della prostituzione, dell’espianto clandestino di organi, degli schiavi nelle fabbriche clandestine. Una rete criminale diffusa che si sostiene grazia a un’ampia impunità e opportune connivenze. Non si spiega altrimenti come procacciatori senza scrupoli possano setacciare i villaggi di grandi regioni alla ricerca di neonati oppure di donne in gravidanza. A queste, a volte, offrono denaro, più spesso le minacciano o le ricattano in modo da obbligarle a cedere i figli. Migliaia di piccoli comprati o rapiti e trasferiti anche a centinaia di chilometri di distanza.Poi, viene fatta una vera e propria selezione in linea con la discriminazione tra maschi e femmine. I primi sono destinati soprattutto ad essere adottati da famiglie benestanti, che non possono avere bambini e che hanno necessità di un erede compre prescrive la tradizione. Le seconde finiscono invece per essere sfruttate oppure – nei casi più fortunati – per essere destinate all’adozione internazionale.L’anno scorso, quando era stato scoperto il caso delle 19 giovani donne salvate mentre stavano per essere avviate al mercato della prostituzione in Angola, il ministero dell’Interno aveva confermato che «decine di migliaia» di donne e di bambini erano stati salvati negli ultimi anni dal «mercato del sesso». In quell’occasione erano emerse anche le principali caratteristiche dell’organizzazione che aveva tra i suoi capi Shao Zhongyuan, catturato a dicembre. Le indagini sulla sua attività criminosa hanno portato al risultato divulgato ieri. Senza dubbio, negli ultimi anni, le organizzazioni criminali hanno saputo approfittare della maggior libertà di movimento per i cinesi come pure di fattori culturali radicati. Alla base della tratta dei minori e dei vasti interessi che oggi la circondano, ci sono, però, tre fattori. Innanzitutto, la “legge del figlio unico” che legittima aborto, selezione sessuale, crescente squilibrio dei maschi rispetto alle femmine. La povertà, che permane nelle immense aree rurali, favorisce il traffico. La corruzione e gli interessi dei funzionari statali e di partito, che il potere centrale fatica a controllare, infine, garantiscono impunità ai malviventi.Esemplare per quest’ultimo fattore, la vicenda della donna della provincia del Shaanxi costretta lo scorso giugno ad abortire al settimo mese nell’ospedale dove era stata portata con la forza perché non poteva pagare quanto richiesto per tenere – illegalmente – il figlio terzo-genito. Il caso ha avuto ampia eco sui mass media cinesi. Per questo due funzionari coinvolti, che nei giorni successivi si erano scusati ufficialmente per il loro comportamento, sono stati licenziati e altri cinque sono stati sottoposti a sanzione. Questo, però, no è bastato a sedare la rabbia della famiglia. Il marito Deng Jiyuang ha chiesto, nei giorni scorsi attraverso il suo legale, un indennizzo ma, soprattutto, che i responsabili vengano portati in giudizio.