Mondo

Il fatto. La Ue ferma (per ora) la raccolta di firme per l'aborto «diritto dell'Unione»

Francesco Ognibene sabato 4 febbraio 2023

La Commissione europea ha respinto la richiesta di avviare una raccolta di firme nei 27 Paesi dell’Unione per l’inserimento dell’«accesso all’aborto» come «diritto umano fondamentale» nella Carta dei diritti della Ue. L’iniziativa per avviare una «Eci» (European Citizens Initiative) è del partito liberale olandese D66, che sostiene diritto di aborto e di eutanasia e a Strasburgo siede nel gruppo Alde (liberali e democratici). La Commissione motiva il veto in una lettera della commissaria alle politiche sui valori e la trasparenza, la ceca Vera Jourova, in cui si fa presente che nessuna Iniziativa di cittadini europei (la Eci) può emendare i Trattati fondanti dell’Unione: «I diritti, le libertà e i princìpi esposti dalla Carta (dei diritti della Ue, ndr) hanno lo stesso valore legale dei Trattati e formano parte integrante della legge primaria dell’Unione. Ne consegue che il regolamento dell’Eci non consente una iniziativa che invita la Commissione a presentare una proposta per modificare la Carta», in questo caso con il possibile inserimento dell’aborto tra i diritti fondanti dell’Europa unita. La Commissione dunque si è rifugiata in corner, chiamando in causa una questione procedurale ma accordando due mesi ai proponenti per modificare il loro progetto, peraltro già fatto proprio dal Parlamento europeo il 7 luglio 2022 con una risoluzione passata con 324 sì, 115 no e 38 astenuti. Nel 2014 una rete di associazioni di tutta l’Unione, coordinata dal Movimento per la Vita sotto la guida di Carlo Casini, lanciò la Eci «Uno di noi» per la tutela giuridica dell’embrione umano: passato il primo vaglio di Bruxelles, l’Iniziativa raccolse 1.721.626 firme (la gran parte delle quali in Italia) ma fu poi respinta dalla Commissione.