Caraibi. «La violenza delle gang affama Haiti: abbiamo solo il 15% di aiuti necessari»
Donne haitiane sfollate
Il caos e i criminali armati, che impongono la loro legge con la forza, hanno un grosso impatto sulla crisi alimentare perché «le persone che dovrebbero nutrire questo paese, come i contadini o le donne del mercato, si nascondono a casa». Inoltre, secondo il direttore del Pam: «Se guardiamo i bisogni umanitari di questo Paese, il cibo è una componente importante, ma non è tutto: è necessaria una risposta multisettoriale. Il tessuto sociale è stato fatto a pezzi – ha sottolineato -, I vicini non si fidano dei vicini. C'è aggressività, c'è violenza e le persone cercano in tutti i modi di proteggersi». Haiti vive una profondissima instabilità politica dai primi anni 2000 e in particolare dal terremoto del 2010 che ha provocato circa 220 mila morti. Il Paese non ha avuto neanche il tempo di ricostruire le case che, nel 2016, l’uragano Matthew si è abbattuto sull’isola lasciando un milione e mezzo di persone in stato di necessità e 175mila senza casa. Da allora, le bande armate si sono imposte sulla polizia e dal 2021, quando il presidente Moïse è stato ucciso, hanno preso il controllo del Paese. I rapimenti a scopo di riscatto stanno aumentando in maniera incontrollabile, così come gli attacchi alle strutture scolastiche. Haiti ormai viene considerato uno stato fallito al pari della Somalia: basti pensare che i funzionari pubblici lavorano da casa perché molti edifici amministrativi sono occupati dalle gang.