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Stati Uniti. «La contraccezione resti nell’Obamacare»

Elena Molinari sabato 4 gennaio 2014
L’Amministrazione Usa insiste: l’obbligo imposto da Obamacare di fornire contraccettivi e farmaci abortivi deve rimanere in vigore. E per tutti. Solo le chiese che si dedicano esclusivamente al culto e impiegano solo correligionari possono esserne esenti. Altre istituzioni affiliate a gruppi religiosi come scuole, ospedali ed enti benefici cattolici, o le stesse diocesi, devono adeguarsi: o offrono i farmaci direttamente ai loro dipendenti, o firmano un documento che autorizzi la loro assicurazione a farlo. Il governo americano ha riassunto in questi termini la sua posizione sul “mandato” contraccettivo di Obamacare ieri, rispondendo alla Corte suprema che il 31 dicembre ha temporaneamente sospeso l’obbligo per un ordine di suore (le “Piccole sorelle per i poveri” di Denver). Ora la parola torna al giudice del massimo Tribunale statunitense cui era toccato esprimersi, con procedura d’emergenza, a nome della Corte, Sonia Sotomayor (elevata alla Corte dallo stesso Barack Obama): a stretto giro di posta dovrà infatti confermare la sospensione o ribadire la validità della legge, oppure rimandare la questione all’esame dell’intero collegio dei nove togati supremi. In ogni caso la decisione non inciderà solo sulle suore del Colorado, ma anche su tutti i gruppi religiosi che usano la stessa compagnia assicurativa, quella cattolica dei Christian Brothers.Le «organizzazioni che optano di non fornire copertura sanitaria diretta per farmaci contraccettivi – ha scritto il dipartimento alla Giustizia – devono certificarlo. Questo obbligherà un’assicurazione esterna a coprire quei costi. A quel punto avranno soddisfatto tutti i loro obblighi di legge». Le sorelle, tramite il loro legale Mark Rienzi, hanno immediatamente ribattuto alle 37 pagine di replica dell’Amministrazione, spiegando che non accetteranno nulla tranne la competa esenzione del cosiddetto “mandate”. A loro dire anche il semplice atto di chiedere alla loro assicurazione di fornire sterilizzazione, contraccezione e aborto chimico ai loro dipendenti equivale a una violazione della loro libertà religiosa, indipendentemente dal fatto che i Christian Brothers sono già stati esentati dall’obbligo contraccettivo e quindi non sono tenuti a fornire quei servizi. Altri gruppi religiosi hanno sposato la stessa interpretazione legale e morale della legge data dalle “Little sisters”, a partire dal presidente della Conferenza episcopale statunitense Joseph Kurtz. L’università cattolica americana di Notre Dame ha invece scelto di delegare la copertura sanitaria dei contraccettivi per i suoi dipendenti a un’assicurazione esterna, almeno in attesa che la causa che ha mosso contro Obamacare termini il suo iter giudiziario. A marzo la Corte suprema prenderà invece in esame la causa di due aziende a scopo di lucro che chiedono l’esenzione dal “mandate” in nome della fede dei loro proprietari.