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Iraq. In Iraq avanzata jihadista, 200.000 in fuga

lunedì 4 agosto 2014
Gli jihadisti di Ibrahim Abu Bakr al Baghdadi conquistano nuove posizioni nel nord dell'Iraq dove la storica forza militare dei peshmerga curdi non regge più ed è costretta a ripiegare sulle montagne. Dopo Zumar, anche la città di Sinjar e i campi petroliferi di Ain Zalah e Batma, verso il confine con la Siria, sono caduti nelle mani dei miliziani sunniti del califfo nero e mentre l'Iraq continua a sfaldarsi lo Stato islamico (Is) si consolida.Almeno 200.000 persone sono in fuga e l'inviato speciale dell'Onu in Iraq, Nickolay Mladenov, avverte che si rischia una "tragedia umanitaria" nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. La gente ha bisogno di tutto, ma soprattutto si teme per l'incolumità fisica di decine di migliaia di persone che si nascondono tra le montagne circondate dai combattenti islamici. Mladenov ha chiesto alle autorità curde e all'incerto governo centrale dello sciita Nuri al Maliki di collaborare.Ad aggravare la situazione il fatto che Sinjar, 310.000 abitanti tra il confine siriano e Mosul, era già satura di decine di migliaia di profughi in fuga dall'avanzata jihadista delle ultime settimane. E il fatto che la città è particolarmente odiata dai miliziani di al Baghdadi perché "patria" storica degli Yazidis, minoranza curdofona che segue una religione pre-islamica ispirata allo zoroastriasmo e considerata dai combattenti del califfato "adoratrice del diavolo". La conquista dei campi petroliferi della zona - anche se la produzione è solo di qualche decina di migliaia di barili al giorno - rafforza la posizione degli integralisti, che hanno postato sulla rete un video che li mostra mentre pattugliano le strade della città. E che avevano già messo importanti punti fermi, il giorno di inizio del Ramadan, proclamando la nascita di un nuovo califfato e cambiando il proprio nome da Isis (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante) in Is, o Stato Islamico, dopo avere conquistato, in un'avanzata inarrestabile segnata da stragi di centinaia di soldati iracheni, la seconda città del Paese Mosul.Proprio dalla grande moschea di Mosul, il primo venerdì del Ramadan, al Baghdadi si era presentato al mondo come nuovo califfo promettendo conquiste fino a Roma. E aveva cominciato proprio da Mosul, con le persecuzioni di cristiani e di curdi, la demolizione di storiche moschee e mausolei cari anche ai musulmani sciiti e ai cristiani e l'imposizione della sharia.