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La missione spaziale. Israele parte per la Luna

Barbara Uglietti venerdì 22 febbraio 2019

La partenza da Cape Canaveral del razzo Falcon 9 con la sonda spaziale Beresheet (Ansa)

E’ iniziata l’avventura di Israele sulla Luna. L’altra notte, alle 3:45, è decollato dalla base americana di Cape Canaveral (Florida) il razzo Falcon 9 dell’azienda Space X con a bordo la sonda spaziale Beresheet (“Genesi” in ebraico). E’ previsto che la navicella atterri sulla Luna l’11 aprile, dopo un tragitto di 6.5 milioni di chilometri.

Due record storici

L’operazione segna due record storici: è la prima missione lunare israeliana ed è la prima missione privata sul nostro satellite. Infatti la sonda Beresheet è stata realizzata dal gruppo non-profit SpaceIL in cooperazione con l’Agenzia spaziale israeliana (Isa) e l’Industria aerospaziale israeliana (Iai). La spedizione apre quindi nuove prospettive per la ricerca aerospaziale, collocando Israele al primo posto nel futuro della space economy internazionale. E al quarto come "superpotenza lunare", dopo la Russia (l’Unione Sovietica lanciò la prima missione nel 1959), gli Stati Uniti (1969) e la Cina (2013).

Il Mare Serenitatis

Dopo essere stata rilasciata dal Falcon 9, Beresheet entrerà nell’orbita terrestre percorrendo rotte ellittiche, fino ad arrivare abbastanza vicino alla Luna da essere catturata dalla sua gravità. Quindi atterrerà (allunerà) nel Mare Serenitatis, nell'emisfero settentrionale del satellite. E qui inizierà il suo lavoro, raccogliendo dati per tre giorni. Il sito presenta anomalie magnetiche non ancora chiarite e la sonda effettuerà misurazioni che sono parte dell'esperimento scientifico.

Una «capsula del tempo»: la Torah, la bandiera. E un po' di Italia

Beresheet è molto piccola: solo 600 chilogrammi. Ma è anche una “capsula del tempo”, che porta a bordo una Torah (la Bibbia Ebraica) iscritta con la nanotecnologia su un piccolo supporto di metallo, una bandiera israeliana, i ricordi di un sopravvissuto alla Shoah, disegni dei bambini e migliaia di file digitali con i simboli e la storia di Israele. C’è anche un po’ di Italia, perché i pannelli solari sono stati prodotti da Leonardo nello stabilimento di Nerviano (Milano). Consentiranno al veicolo spaziale di essere operativo in diverse inclinazioni rispetto alla luce solare.

Un sogno tutto israeliano

Il centro di controllo per le comunicazioni si trova a Yehud, vicino a Tel Aviv. Qui il premier Benjamin Netanyahu, con la moglie Sarah e 500 impiegati con le loro famiglie, hanno assistito al lancio. «Questo è un momento di grande orgoglio – ha detto il premier -. Un grande passo per Israele e la sua tecnologia». SpaceIL è stata fondata nel 2011 da tre giovani ingegneri, Yariv Bash, Kfir Damari e Yonatan Winetraub, che hanno risposto alla sfida internazionale lanciata da Google Lunar XPRIZE: costruire, lanciare e far atterrare un veicolo spaziale senza equipaggio sulla Luna. La società non-profit ha raccolto 100 milioni di dollari per la missione grazie a imprenditori, istituti di ricerca e con il supporto delle agenzie spaziali israeliane. Altre cinque aziende si stanno preparando a seguire il suo esempio e hanno in programma un lancio entro il 2021. Un orizzonte seguito con interesse da molti settori industriali, a partire da quello delle telecomunicazioni. In un video in cui “si presenta”, Beresheet si dice pronta non solo a portare a termine la sua missione ma anche ad ispirare i giovani a seguire il mondo dell’esplorazione spaziale. “Voglio regalare un sogno”, spiega. Tutto israeliano.