Mondo

Gerusalemme. Israele ricorda l'olocausto, due minuti di silenzio

lunedì 28 aprile 2014
Tutto Israele si è fermato per due minuti in ricordo dei sei milioni di ebrei sterminati durante il regime nazista. Alle 9 ora italiana, mentre le sirene risuonavano, le strade normalmente affollate di Gerusalemme si sono fermate bruscamente e le persone si sono immobilizzate secondo un rituale che si ripete ogni anno nella Giornata in Ricordo dell'Olocausto, cominciata al tramonto di domenica. Anche le stazioni radio e tv, che trasmettevano una serie di programmi sul genocidio nazista, si sono interrotte. Quest'anno, l'evento si concentrerà in particolare sui 400mila ebrei ungheresi massacrati nel 1944. In un evento in apertura delle manifestazioni commemorative, domenica sera, il presidente Simon Peres ha detto che Israele e il mondo devono rimanere vigili contro la minaccia di antisemitismo. "Non dobbiamo ignorare nessun episodio di anti-semitisno, nessuna profanazione di sinagoga, ogni lapide fracassata di cimitero in cui le nostre famiglie sono sepolte. Non dobbiamo ignorare le sfumature neonaziste nei partiti di estrema desta, perchè sono un pericolo per ogni uomo e un segnale di allarme per tutti i popoli". Kerry: senza accordo Israele rischi apartheid. Intanto, l'ultima puntata, in ordine di tempo, del dialogo tra sordi tra israeliani e palestinesi vede quest'ultimi annunciare che, anche dopo aver raggiunto un'intesa con Hamas per formare un governo di unità nazionale, andranno avanti nel tentativo di aderire a 15 tra agenzie Onu o trattati internazionali, a conferma del riconoscimento di uno status di Nazione. È quanto si legge in una dichiarazione dell'Anp. Annuncio che non potrà che ulteriormente irritare Israele che già considerava un affronto l'iniziativa di estendere il riconoscimento internazionale della sola Anp. Ora che Fatah di Abu Mazen si è riconciliata con Hamas, che ha ribadito che riconoscerà mai Israele, la conferma dell'iniziativa rappresenta un ulteriore ostacolo al cosiddetto "processo di pace". Se nel prossimo futuro israeliani e palestinesi non troveranno un accordo per la formula dei due Stati, Israele rischia di diventare "uno Stato di apartheid": questo l'avvertimento lanciato venerdì nel corso di un meeting della Trilateral Commission, dal segretario di Stato Usa John Kerry, rivelato da Daily Beast.