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Israele-Gaza. Raid su campo profughi: strage di bambini. Abbattuta torre dei media

Paolo M. Alfieri e Redazione Internet sabato 15 maggio 2021

I funerali della famiglia Abu Hatab a Gaza: nel raid sul campo profughi di Al-Shati sono morti 8 bambini e due donne

Nel sesto giorno di attacchi aerei consecutivi sulla Striscia, Israele ha abbattuto il grattacielo al-Jala, nel pieno centro di Gaza, che ospita la stampa internazionale e le televisioni, oltre a uffici commerciali. L'attacco è arrivato mezz'ora dopo un preavviso, quando il palazzo era stato evacuato. Poco dopo il portavoce delle Brigate Ezzedin al-Qassam, ala militare di Hamas, ha annunciato: "La nostra reazione scuoterà Israele. Ora state a guardare".

La scorsa notte almeno 10 persone, tra cui 8 bambini, sono state uccise nel raid israeliano sul campo profughi di Al-Shati nel nord della Striscia. Il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio degli attacchi, informa il ministero della Sanità di Hamas, è di 139 persone, fra cui 39 bambini. I feriti sono stimati in mille.

Nel rione Ajami di Jaffa (Tel Aviv) una bottiglia incendiaria ha scatenato un incendio nell'appartamento di una famiglia araba. Un bambino di 12 anni è stato ustionato in maniera grave, il fratello meno gravemente. Dall'inizio del conflitto, da Gaza sono stati lanciati circa 2.300 razzi verso Israele. Di questi, informa l'esercito, 1.000 sono stati intercettati dal sistema di difesa antimissili Iron Dome.

Israele, è guerra senza frontiere

di Paolo M. Alfieri

Mentre cresce il pressing per una tregua, la guerra tra Israele e Hamas è entrata in una nuova fase con l'offensiva lanciata l'altra notte dalle forze aeree e terrestri israeliane nella Striscia di Gaza e con il conflitto che ha conseguenza anche in Cisgiordania e in Libano. Non è un'invasione quella nella Striscia, come ha precisato l'esercito dopo «un errore di comunicazione» sull'ingresso di truppe (in realtà una trappola per i miliziani), ma intensi bombardamenti a cui il movimento islamico ha risposto con il lancio di altre decine di razzi verso le città costiere di Ashdod e Ashkelon e vicino all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. «Ho detto che avremmo fatto pagare un prezzo molto alto ad Hamas, lo facciamo e continueremo a farlo con grande intensità», ha assicurato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. In particolare contro i tunnel di Gaza – luogo privilegiato dei comandi di Hamas – si sono mosse l'aviazione, i tank e le forze di terra schierate lungo il confine. Insieme, in 40 minuti, con circa 450 colpi hanno centrato oltre 150 «obiettivi sotterranei» nel nord della Striscia.

Jet israeliani avrebbero colpito ieri anche abitazioni di comandanti di Hamas. Il numero delle vittime a Gaza è salito a 122, mentre oltre 900 sono i feriti da lunedì. Tra le vittime anche 31 bambini. Le incursioni dell'aviazione israeliana hanno colpito anche abitazioni di famiglie cristiane collocate nei pressi della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, provocando danni anche al convento e all'asilo delle Suore del Rosario. Sono circa 2mila invece i razzi lanciati finora da Hamas verso Israele, con 9 vittime. L'agenzia di stampa palestinese Wada ha riferito poi che soldati israeliani hanno sparato su gruppi di manifestanti in Cisgiordania, provocando 10 morti. I manifestanti protestavano per «l'aggressione israeliana» su Gaza e Gerusalemme. Si segnalano anche molti casi di intossicazione per inalazione di gas. Un 31enne libanese è invece morto al confine tra Israele e Libano: è stato colpito dalle truppe israeliane dopo aver attraversato la frontiera, mentre era in corso un'altra manifestazione contro l'intervento nella Striscia di Gaza.

La diplomazia, intanto, stenta a far sentire la sua voce. Per domani pomeriggio è stata convocata una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Washington appare stretta fra l'appoggio all'alleato israeliano e la necessità di mantenere una posizione equilibrata per evitare l'isolamento. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha espresso «profonda preoccupazione per la violenza nelle strade di Israele». «Riteniamo che israeliani e palestinesi abbiano diritto in eguale misura a libertà, sicurezza, dignità e prosperità», ha aggiunto il capo della diplomazia Usa.

La delegazione egiziana che era arrivata a Tel Aviv per mediare una tregua ha lasciato ieri la città, dopo il rifiuto di Israele di interrompere le ostilità. «È chiaro che Israele vuole raggiungere obiettivi specifici prima di un cessate il fuoco, come distruggere le capacità militari della resistenza palestinese e in particolare di Hamas», ha spiegato una fonte.

Secondo la tv al-Arabiya, «Il Cairo ha chiesto a Israele di fermare i bombardamenti aerei di Gaza per evacuare i feriti» e «una tregua per poter far entrare assistenza medica». L'Egitto avrebbe anche chiesto ai Paesi occidentali di fare pressioni su Israele affinché accetti una tregua, tregua chiesta nuovamente dal leader politico di Hamas, Khaled Mashaal.

«I palestinesi, anche a Gaza, e gli israeliani si meritano in modo uguale di vivere in dignità e sicurezza», è il messaggio arrivato da Joe Biden, secondo il quale «la situazione in Terra Santa sta pesando sui musulmani in tutto il mondo». Israele, ha poi ribadito la Casa Bianca, «ha il diritto di difendersi». Resta alta intanto la tensione nelle città tra arabi e israeliani, con scontri segnalati l'altra notte a Lod e Tel Aviv. Finora sono 750 le persone arrestate da quando sono esplose le violenze interne in Israele.