Mondo

Iraq, il Daesh si «vendica»

LUCA GERONICO domenica 27 marzo 2016
È salito a 41 morti e 105 feriti il bilancio dell’attentato sferrato venerdì sera al termine di una partita di calcio nello stadio di Iskandariya, 50 chilometri a sud di Baghdad. L’attentatore, un ragazzo minorenne come confermato dal Daesh che ha rivendicato l’azione suicida, si è fatto largo tra le folla durante la cerimonia di premiazione. Diciassette delle vittime, secondo fonti mediche, sono ragazzi tra i 10 e i 16 anni. Il villaggio di al Asriya si trova vicino a Iskandariyah, una città circa 40 chilometri a sud della capitale. L’attentatore ha azionato la sua cintura esplosiva mentre era in corso la premiazione dei calciatori al termine di un torneo locale. Un video, pubblicato sui social network, mostra un dirigente sportivo che parla di fronte a un tavolo occupato da trofei, intento a chiamare un giocatore per consegnargli la coppa. La ripresa si interrompe dopo un grande bagliore di luce gialla. Tra le vittime dell’attentato anche il sindaco Ahmed Shaker, che stava effettuando la premiazione, una delle sue guardie del corpo e almeno cinque membri delle forze di sicurezza. Copione analogo, ieri mattina, nella base di Asad, circa 180 chilometri a nordovest di Baghdad. Un gruppo di quattro kamikaze del Daesh ha ucciso tre soldati iracheni nell’assalto alla postazione che ospita centinaia di consulenti della coalizione. «I kamikaze erano di varie nazionalità, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza irachene», ha dichiarato il general maggiore Ali Ibrahim Daboun, capo del comando operativo. Una serie di attentati kamikaze che testimonia di un cambiamento di tattica del Califfato. Da un paio di giorni è in corso l’attacco dell’esercito iracheno e dei peshmerga curdi Makmur verso Mosul. Le milizia jihadiste si sono ritirate senza combattere, in modo da preservare risorse per organizzare attentati terroristici nelle zone meno protette. Una tattica con evidenti ripercussioni sulla sicurezza di tutta la popolazione civile. Anche a Baghdad, dove ieri è giunto in visita il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, accompagnato dal presidente della banca mondiale Jim Yong Kim e da quello della Banca islamica per lo sviluppo, Ahmad ad Madani, si vive nella massima incertezza, specie nelle zone non presidiate dall’esercito. Per questo i vertici delle Nazionio Unite hanno voluto assicurare il loro sostegno alle autorità locali. Inoltre si è appreso ieri che il Pentagono proporrà «nelle prossime settimane» al presidente Obama di rafforzare il sostegno militare Usa alle forze irachene. Ma l’accerchiamento del Califfato, sia pure in una situazione di grande incertezza, si sta completando pure in Siria. L’esercito siriano ora controlla pure la parte monumentale di Palmira, dove si trovano le rovine greco-romane patrimonio mondiale dell’Unesco, danneggiate dagli scontri dell’esercito siriano con il Daesh. La situazione nella parte vecchia è buona, perché non ci sono stati scontri. Una operazione avvenuta grazie al sostegno dell’aeronautica russa che nelle ultime 24 ore ha effettuato 40 raid uccidendo oltre 100 guerriglieri del Daesh. Nell’operazione sono stati distrutti anche 4 tank, 3 postazioni di artiglieria, 4 magazzini di munizioni e 5 camion. Tutte operazioni avvenute nei pressi di Palmira. © RIPRODUZIONE RISERVATA Accerchiato nella zona di Mosul ritorna a colpire con i kamikaze IL MASSACRO. L’attacco allo stadio di Iskandariya (Reuters)