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Baghdad. Iraq, cristiani in fuga da Qaraqosh

giovedì 26 giugno 2014
Cristiani iracheni in fuga dalla città settentrionale di Qaraqosh, dopo l'offensiva degli jihadisti, che già controllano la vicina Mosul. Lo rende noto l'Agenzia Fides. Controffensiva dell'esercito su Tikrit, mentre il premier al-Maliki ringrazia per i raid siriani su obiettivi jihadisti nel Nord.Qaraqosh, cristiani in fugaMiliziani sunniti guidati dai jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) hanno attaccato Qaraqosh, situata nella piana di Ninive, a 28 chilometri da Mosul. Il centro, abitato prevalentemente da cristiani siri, è presidiato dalle milizie curde peshmerga, che per il momento hanno respinto l'offensiva degli insorti sunniti grazie anche all'intervento di contingenti di rinforzo arrivati dal Kurdistan iracheno. Fonti locali consultate dall'Agenzia Fides confermano che gli scontri hanno provocato numerosi morti su entrambi i fronti, e che dalla sera di mercoledì la popolazione civile ha iniziato a fuggire in massa da Qaraqosh e da altri villaggi a maggioranza cristiana della Piana di Ninive, in direzione di Erbil e delle aree più sicure della regione autonoma del Kurdistan Iracheno.Nella sola mattina di giovedì almeno 200 famiglie cristiane sono fuggite da Qaraqosh con l'intenzione di raggiungere Ankawa, nei sobborghi di Erbil, distante circa 60 chilometri. Proprio ad Ankawa in questi giorni i vescovi della Chiesa caldea sono riuniti nel loro Sinodo annuale. Qaraqosh, conosciuta anche con il nome di Bakhdida, è una cittadina di circa 50mila abitanti, più del 90% dei quali appartenenti alla Chiesa siro-cattolica.

 

Controffensiva su Tikrit. Al-Maliki ringrazia la Siria per i raidLe forze di sicurezza irachene hanno lanciato una controffensiva su Tikrit, dal 12 giugno in mano agli jihadisti, e hanno riconquistato l'università con l'obiettivo di farne una testa di ponte per riprendere ilcontrollo della città natale di Saddam Hussein. Tikrit, all'interno del triangolo sunnita, era stata fra le prime città a cadere nelle mani degli jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis). Intanto, il premier sciita, Nuri al-Maliki, ha "ringraziato" pubblicamente il presidente siriano, Bashar al-Assad, per i raid dei caccia siriani contro i miliziani al confine siro-iracheno. "Accogliamo con favore qualunque attacco contro i terroristi", ha dichiarato.L'appello della Comunità di Sant'Egidio"Fare tutto il possibile e in fretta per porre fine alla spirale di violenza che sembra perseguire l'obiettivo di spaccare l'Iraq in diverse parti e di cancellare la millenaria presenza dei cristiani nel Paese mediorientale". È il drammatico allarme lanciato dal fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, che chiede un soprassalto di responsabilità alla comunità internazionale e al governo iracheno. Riccardi si rivolge anche alle agenzie umanitarie perché "intervengano sollecitamente in soccorso delle popolazioni in fuga, che si trovano nel Kurdistan: la situazione umanitaria sta diventando drammatica. Occorre agire subito!". La Comunità di Sant'Egidio, che segue da tempo l'evoluzione della situazione nella provincia di Ninive e nell'intero Iraq, alla quale sono giunti in queste ore appelli drammatici da Karakosh, esprime la sua vicinanza alle tante persone in fuga ed in particolare ai cristiani e alle Chiese della regione, "che hanno bisogno di sentire la solidarietà fattiva e la vicinanza di tutti in questa ora di grande sofferenza".