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Media e politica. Iran, Rohani chiede tolleranza per internet

lunedì 1 settembre 2014
"Siate più tolleranti nei confronti di internet e le nuove tecnologie che sono vitali per le nuove generazioni". Prosegue la non facile battaglia del presidente iraniano Hassan Rohani impegnato, sin dalla sua elezione, ad aumentare la libertà di internet e allentare l'opprimente controllo dei religiosi sulla società. Rohani oggi ne ha parlato alla tv pubblica e ha lanciato un appello al clero conservatore dopo che la settimana scorsa una figura religiosa di spicco, l'ayatollah Makarem Shirazi, aveva definito la possibilità di accedere a internet dai cellulari "immorale e illegale". Il moderato Rohani, infatti, non ci sta. Internet, ha detto, è essenziale per connettersi al mondo della scienza e "non possiamo chiudere le porte del mondo alle nostre generazioni più giovani". Già in campagna elettorale, oltre un anno fa, il moderato Rohani, che ha un suo account Twitter, aveva promesso di ridurre l'ingerenza dello Stato nella vita dei cittadini. Dopo la sua vittoria, l'ex negoziatore per il programma nucleare iraniano si è però dovuto scontrare con i religiosi più oltranzisti che dopo avere deciso di censurare oltre 5 milioni di pagine internet e social network come Facebook e Twitter, a inizio anno avevano scelto di mettere al bando le chat online tra ragazzi e ragazze, ritenute "immorali", secondo la guida spirituale Ali Khamenei. I conservatori hanno anche fatto pressioni sul governo. Nel tentativo di impedire che il progetto del ministro delle Comunicazioni, Mahmoud Vaez, di estendere la rete 3G e 4G aprendo ai privati, i deputati più oltranzisti sono arrivati a minacciare l'impeachment del ministro e chiederne la rimozione. "Contribuirebbe - sostengono - alla diffusione di immagini immorali". Secondo la Costituzione iraniana tutti i mezzi di telecomunicazione sono sottoposti al controllo dell'amministrazione statale e alla stretta vigilanza di funzionari nominati dalla guida suprema iraniana. Ma malgrado gli sforzi profusi dal clero iraniano per oscurare molti siti di social network, compreso YouTube, dopo che l'opposizione li aveva usati per organizzare manifestazioni antigovernative in seguito alle elezioni del 2009, in molti, soprattutto giovani, riescono ad aggirare il divieto, continuando a utilizzare i siti bloccati.